Ispirato ai primi episodi della serie cinematografica Mad Max, RoadBlasters fu l’antenato dei giochi di guida e combattimento popolari dagli anni ’90 in poi. Dietro c’era ancora Atari, marchio storico delle sale giochi e dei videogame che ha contribuito a porre le basi per l’intrattenimento elettronico come lo conosciamo oggi. Eravamo già nel 1987, ma non c’era molta offerta dal punto di vista dei “racing shooter”.
Inquadrata da dietro con la tipica visuale dei giochi in finto 3D, la nostra vettura doveva superare ben 50 percorsi ripieni di ostacoli e nemici sparando all’impazzata. Non c’era un vero e proprio limite nei tentativi disponibili ma dovevamo tenere d’occhio la benzina: ogni sconfitta riduceva il carburante e una volta finito, terminava anche la partita. Da qui la necessità di essere veloci, sia nel guidare sia nello sparare ai bersagli.
A variare l’azione, arrivavano i potenziamenti per la nostra vettura (dal cielo, e potevamo anche mancarli!) e nuovi pericoli all’interno di ciascun livello. Si iniziava da semplici vetture, passando per le mine e arrivando ai motociclisti: quasi ogni cosa sulla strada o attorno a essa era pronta a farci saltare in aria. Gli unici aiuti erano rappresentati dai bonus per il carburante, preziosi perché servivano a prolungare la nostra partita.
RoadBlasters, in versione deluxe, aveva uno spettacolare cabinato dal design futuristico che spuntava nel mezzo di qualsiasi sala giochi attirando decine di appassionati. Anche dal punto di vista tecnico, considerando l’anno di uscita, non era per niente male con un’ottima sensazione di velocità e un dettaglio molto elevato. Tutto questo, insieme al gameplay estremamente semplice, lo resero subito un grande successo.
Dopo l’uscita in versione coin-op, tornò puntualmente su tutti i formati casalinghi dell’epoca, benché l’assenza del cabinato si facesse sentire. Per avere successo su console e computer serviva maggiore sostanza, mentre RoadBlasters restava praticamente uguale dall’inizio alla fine. Infatti, viene ricordato per la sua originalità e popolarità in versione arcade, dove ha segnato la storia e dato inizio a un sottogenere molto amato.