Nei primi anni ’90 Robocop e Terminator andavano molto forte tra i fan della fantascienza, motivo per cui Virgin Games colse l’occasione per pubblicare un gioco che li riunisse entrambi. In realtà, la materia prima arrivava dall’omonima miniserie a fumetti firmata Frank Miller, molto popolare negli Stati Uniti. Gli adattamenti in formato videogame, però, soffrirono come sempre delle politiche dietro a tutti i giochi su licenza.
La versione per Super Nintendo qui analizzata era, come sul rivale Mega Drive, un classico sparatutto a piattaforme inquadrato lateralmente con protagonista Robocop. Nei panni cromati del celebre sbirro cyborg dovevamo fermare le macchinazioni di Skynet partendo dal futuro prossimo e arrivando a quello più lontano. Si partiva dalle strade di Detroit raggiungendo in seguito la versione “apocalittica” di Los Angeles dominata dai Terminator.
La struttura di gioco riciclava gli elementi tradizionali della categoria, compresi gli odiosi nemici a generazione costante. Pure stando fermi, gli avversari arrivavano di continuo creando fastidi extra per l’utente già innervosito. Da cosa? Dai controlli poco puntuali e dalle dimensioni del protagonista, ingombrante rispetto a piattaforme e avversari. Si finiva spesso in qualche precipizio o massacrati di proiettili, perché Robocop risultava inadatto a molte azioni.
Il titolo Virgin Games aveva dalla sua un’ottima realizzazione tecnica, compreso un celebre livello in soggettiva che imitava i primi shooter dell’epoca. Ambientazioni e personaggi erano ben realizzati e ricchi di dettagli, a cominciare dal protagonista. Insieme ad alcuni effetti speciali molto azzeccati, come le luci nelle scene notturne, facevano sembrare Robocop vs Terminar un titolo da sala giochi.
Peccato che non fosse per niente raro doversi rifare interi livelli dopo un solo sbaglio, o non capire dove bisognasse andare per il troppo caos su schermo. Oltretutto, il protagonista risultava fin troppo debole rispetto alla sua versione originale vista al cinema, non solo contro i Terminator. Se è vero che parliamo di problemi comuni a tutti i giochi del poliziotto metallico, è anche vero che si poteva fare di più in ogni settore del gameplay.