Il Master Sytem non aveva molti sparatutto e quei pochi che c’erano risultavano piuttosto scarsi, con qualche rara eccezione. Sagaia poteva essere una di queste, dato che era legato alla nota serie Darius e in arrivo direttamente dal Mega Drive ma finì per perdersi nel marasma di titoli mediocri presenti su questa console. Il motivo? Le troppe riduzioni rispetto all’originale a 16 bit, svariati limiti tecnici e una difficoltà esagerata.
Uscito molto tardi per questa console, quando il Master System era solo un ricordo per il mondo dei videogame, rappresentava il classico riempitivo nel catalogo Sega. Era il 1992 e il Mega Drive catalizzava ormai da tempo le attenzioni della casa madre, cui serviva “qualcosa” per non lasciare gli utenti Master System a digiuno. Ecco spiegata questa conversione, che del titolo originale ha poco più di nome e scenario.
Uscito originariamente solo in Europa, Sagaia riproponeva gli elementi alla base di Darius II tagliando diversi contenuti come il numero di nemici, armi, ambientazioni e livelli. Quello che restava era abbastanza per un titolo a 8 bit visto che l’originale vantava comunque un discreto seguito. Come sempre per la serie Darius, era uno sparatutto a scrolling orizzontale concentrato, più che sulle armi, sulla fortuna.
Le risorse a disposizione della nostra astronave non erano molte, mentre i nemici risultavano fin troppo numerosi e agguerriti già nelle fasi iniziali. Considerata la presenza di “mini boss” a metà livello si vede come la casa madre, Taito, non volessere concedere molto agli utenti inesperti. Del resto, la serie Darius è nata in sala giochi e quindi non fa sconti a chi non ha riflessi più che rapidi.
Grazie alla scarsità di concorrenti disponibili su questa console Sagaia ha ancora una discreta reputazione nonostante i rallentamenti, la ripetitività e la difficoltà molto punitiva. Il design della grafica piuttosto curato, e la presenza di percorsi multipli nei livelli, avevano contribuito a renderlo piuttosto popolare. Su Master System non c’era molto di meglio, e questo gli semplificò parecchio la vita.