Soldati cibernetici volanti
SCAT, arriva in Europa nel 1992, conosciuto in Giappone come Action in New York, il gioco ci vede alle prese con una invasione aliena il cui fulcro è proprio New York, sarà compito di un gruppo di super soldati metà umani e metà meccanici ricacciare gli alieni da dove sono venuti.
In questo caso ci troviamo alla guida del nostro super soldato, che sostanzialmente è un’astronave vivente nel più classico degli shooter 2d.
I nostri protagonisti possono sparare solo davanti a loro, sono però circonati da dei satelliti armati che direzioneremo col nostro movimento per colpire gli avversari in diverse direzioni.
Il gioco vanta un character design interessante e un mondo ben costruito anche se dal sapore già visto.
Non ci sono particolari colpi di genio nel design degli avversari e delle ambientazioni.
Uno sparatutto solido che fa il suo dovere
SCAT è un gioco divertente, piacevole, un gioco nella media che non fa gridare al capolavoro ma che riesce ad apassionare il giocatore e che rinnova un po’ il concept abusato dell’astronave da combattimento, sostituendola con dei protagonisti umani dotati di tute da combattimento volanti, niente di che, ma sempre meglio di un abuso della solita idea. Anche la meccanica dei satelliti è intelligente e rende il gioco più particolare.
Senza infamia e senza lode
SCAT alla fine dei conti è un titolo valido, potrebbe piacere moltissimo a qualcuno come lasciare indifferente altri, di sicuro il lavoro che c’è dietro si vede e nel complesso ci troviamo di fronte a un buon videogioco. Forse si poteva fare di meglio, specialmente sotto il punto di vista estetico, non per la grafica ma per il vero e proprio design degli alieni e dei mech.
Un gioco che era buono nel passato e che risulta ancora piuttosto piacevole anche oggi, sicuramente però non un must e niente da far girare la testa.
Una risposta
Questa è la versione primitiva del mitico Forgotten Worlds