Ci si lamenta spesso che i supereroi vengono maltrattati dai videogame, ma una trentina d’anni fa le figuracce erano all’ordine del giorno per gli adattamenti dai fumetti. Ne è un chiaro esempio Spider-Man: Return of the Sinister Six, titolo che con l’Uomo Ragno c’entra pochissimo e che venne ampiamente criticato già all’uscita. Prima di tutto il resto, evidenziava pochissima cura realizzativa in tutti i suoi aspetti chiave, iniziando dal protagonista.
Spider-Man, o Uomo Ragno che dir si voglia, era disegnato con stile caricaturale e animato in modo pessimo ma soprattutto si controllava malissimo su schermo. Per un personaggio che fa dell’agilità e della versatilità i suoi punti di forza, vederlo sbattere contro i nemici o rotolare senza senso sulle piattaforme era quasi fastidioso. Senza contare che il gameplay riciclava le basi minime del genere platform con i classici livelli inquadrati lateralmente.
L’ambientazione ricreava, o almeno tentava di farlo, l’omonima serie a fumetti popolare all’inizio degli anni 90 e metteva Spidey di fronte ad alcuni dei suoi avversari più celebri. I cosiddetti “Sinistri Sei” dovevano essere affrontati dopo aver superato il loro livello personale, che riprendeva le caratteristiche per cui erano famosi. Ad esempio, una centrale elettrica per Electro, a dimostrare poca fantasia da parte degli sviluppatori.
Tecnicamente, Spider-Man: Return of the Sinister Six si lasciava guardare e ascoltare grazie alla buona scelta dei colori e alle musiche orecchiabili per quanto molto ripetitive. Restava il problema del design troppo lontano dai fumetti e troppo spartano anche per un semplice NES. Se non eravamo fan accaniti della serie originale, andare avanti richiedeva delle motivazioni aggiuntive che in pochi avevano.
L’accoglienza verso il gioco firmato LJN fu piuttosto fredda anche quando uscì, vista la mole di ottimi platform disponibili e le chiare limitazioni presenti nel gioco. Non ultima il sistema di controllo perennemente in ritardo, che faceva di Spidey un personaggio fin troppo scomodo da guidare. In definitiva, eravamo di fronte all’ennesima licenza sprecata, e un altro adattamento dei fumetti Marvel che finì presto nel dimenticatoio.