Molto prima che Grand Theft Auto rendesse popolari i videogiochi politicamente scorretti c’erano produzioni che andavano contro il comune senso del pudore e le buone maniere. Una di queste fu Street Hassle, picchiaduro a scorrimento che ci vedeva impegnati a malmenare comuni passanti e vecchiette. In pratica, l’opposto dei vari Double Dragon o Final Fight, con una carica di umorismo dissacrante che ancora oggi fa morire dal ridere.
La produzione firmata Melbourne House ci metteva nei panni di un presunto wrestler in mutande, deciso a combattere le convenzioni della società ripulendo le strade dai…comuni cittadini. Non che stessero fermi a prenderle, visto che erano spesso loro i primi a scatenare la rissa. Le provocazioni arrivavano dal fatto che, tra i nemici, ci fossero anche non vedenti armati di bastone e semplici bambini.
Tradotta su schermo, l’idea alla base di Street Hassle non era molto diversa dagli altri picchiaduro dell’epoca visto che dovevamo restare vivi e massacrare più avversari possibile fino alla fine del livello. Un elemento degno di nota, oltre alla follia generale, erano le mosse specifiche ad ogni livello. Ad esempio, la testata iniziale diventava un calcio nel basso ventre appena raggiunto il secondo stage. In questo modo, c’era la curiosità di scoprire quale genere di pazzia ci aspettava andando avanti.
I difetti si potevano ritrovare nella ripetitività, nella modalità per due giocatori solo alternata e soprattutto nello scarso numero di mosse. Non si potevano pretendere le combinazioni in stile Street Fighter, ma in tutto c’erano solo 3-4 colpi di cui solo uno o due efficaci. Anche la scarsità di nemici e la poca varietà del gameplay, alla fine iniziavano a emergere una volta finito l’effetto “simpatia”. Per fortuna, vista l’originalità del gioco, le risate duravano parecchio.
Per l’epoca, era il 1987, Street Hassle vantava anche una discreta realizzazione tecnica. A parte le collisioni non troppo precise, c’erano delle ottime animazioni e un design dei personaggi davvero unico. Ancora oggi sono esilaranti certi attacchi del protagonista e alcune espressioni dei suoi avversari, come l’intero stile grafico. Anche il sonoro univa musiche volutamente allegre ad effetti abbastanza rumorosi confezionando un gioco demenziale sì, ma altrettanto curato.