Ci fosse una categoria “meteore” per i videogame, in particolare per le sale giochi, Super Off Road sarebbe tra i primi classificati. Uscito a fine anni ’80 e subito volato in cima alle classifiche di vendita, venne rapidamente portato sui computer e console di allora per poi sparire nel nulla. I seguiti, infatti, cambiarono totalmente la struttura di gioco e si portarono via tutta l’essenza dell’originale, passando alla grafica 3D.
In origine, il titolo prodotto da Leland era una rivisitazione del classico Super Spint e di tutti quei giochi pensati per il multiplayer locale di allora. In altre parole: le sfide tra amici su un unico cabinato con comandi multipli, in questo caso quattro volanti con l’immancabile acceleratore a corredo. Si perché il gioco ricreava le sfide indoor tra fuoristrada tipiche degli Stati Uniti e, nella versione iniziale, aveva anche la licenza sul nome del campione Ivan “Ironman” Stewart.
Il punto forte di Super Off Road stava proprio nell’ottima giocabilità durante le sfide in locale. Con due o più partecipanti, contro il computer, il caos regnava sovrano e le risate erano una garanzia. L’obiettivo restava quello di arrivare primi al traguardo, ma bisognava riuscirci governando il nostro mezzo tra salti, sportellate e derapate imprevedibili. Non importa che ci fossero solo una manciata di circuiti e il tutto avvenisse su schermo fisso.
A variare leggermente la formula, c’erano i potenziamenti acquistabili tra le gare iniziando dall’immancabile Nitro (eravamo in America dopotutto). Questi avevano un impatto decisivo sulle prestazioni del mezzo e finivano per diventare fondamentali dopo poche gare. Visto che i crediti extra davano soldi da spendere, ecco svelato il perché di questa caratteristica: per andare avanti bisognava rifocillare di gettoni il coin-op.
La grafica, pur limitata dalle schermate fisse e nei mezzi molto piccoli, aveva diversi tocchi di classe come le animazioni dei fuoristrada mentre correvano in pista. Lo stesso vale per le musiche: la colonna sonora principale ancora oggi viene riconosciuta da chi lo giocava in quei tempi. Ma era il gameplay a emergere sopra ogni altra caratteristica, a patto di avere attorno almeno uno sfidante. Il gioco in singolo avrebbero anche potuto non metterlo, tanto diventava noioso dopo poche partite.