Terminator 2 fu un evento senza precedenti per il mondo del cinema di fantascienza e non poteva tralasciare un settore che fa della tecnologia la propria bandiera. Peccato che l’adattamento a firma Acclaim uscì ben due anni dopo la pellicola, quando ormai anche il fan più sfegatato iniziava a perdere interesse. Inoltre, la versione di cui stiamo parlando è quella per Master System, non proprio la console più popolare della storia.
Eppure, il team di sviluppo fece un ottimo lavoro dal punto di vista prettamente tecnico, superando anche la versione uscita sul fratello maggiore Mega Drive. C’erano perfino un’introduzione degna di questo nome e intermezzi legati alla storia in stile fumetto, che legavano più strettamente l’azione di gioco alla trama. Peccato che la struttura di base riproponesse ancora il classico action game a scorrimento laterale.
Ogni livello, tranne rare eccezioni, ci vedeva impegnati a scorazzare a destra e sinistra malmenando i cattivi e completando i pochi compiti assegnati. Del film, a parte qualche richiamo nelle ambientazioni, c’era veramente poco a cominciare dai protagonisti. Il buon vecchio Arnie, ad esempio, sembrava un nanetto e non la macchina da guerra con gli occhiali da sole apprezzata al cinema.
Però eravamo su Master System, quindi si poteva chiudere un occhio cibernetico davanti a certi difetti, quando la grafica era ben definita. E in questo caso lo era veramente, dato che (flickering a parte) Terminator 2 sembrava quasi un gioco “da 16 bit”. La parte audio era invece meno memorabile, sopratttutto perché era stato sbagliato il bilanciamento musiche/effetti così da zittire quasi completamente i secondi.
Come già accennato, il problema fu lo scarso tempismo: nel ’93 la pellicola aveva già perso molto del suo fascino e il Master System era ormai alla frutta. Fosse uscito almeno un anno prima, avrebbe ottenuto un’accoglienza migliore benché non fosse memorabile né particolarmente spettacolare. Ben realizzato, per la console che lo ospitava, questo sicuramente.