L’occhio oscuro
The Dark Eye esce nel 1995, passando relativamente in sordina alla sua uscita ma trasformandosi in un cult dell’horror e del bizzarro negli anni successivi e arrivando intatto con tutta la sua carica di terrore fino ad oggi.
Ci troviamo di fronte a un punta e clicca con una forte componente legata alle animazioni, la realizzazione fonde infatti grafica 3d e stop motion con un doppiaggio dei personaggi d’eccezione, troviamo infatti tra le voci William S. Burroughs, una delle menti più geniali della beat generation e creatore dei mondi più disturbanti della storia della letteratura capaci di ispirare autori come Cronenberg e molti altri.
Rivivere Poe
L’anima nascosta del gioco è proprio Edgar Allan Poe, ci ritroveremo infatti a rivivere una serie di racconti dello scrittore reinterpretati nel mondo di gioco, saremo a volte vittime, a volte carnefici in una susseguirsi di storie che fondono gli incubi del protagonista con la realtà dei fatti. Il gioco riesce davvero a inquietare, grazie anche alla scelta stilistica straordinaria e profondamente disturbante.
Il cuore del titolo non è ovviamente il gameplay, relativamente semplice ma l’avventura in sé e la comprensione di una storia che diventa più profonda e complessa dopo ogni sequenza.
Una perla dell’orrore
The Dark Eye è un capolavoro dell’orrore, un titolo spaventoso e inquietante che riesce ad appassionare il giocatore di ogni epoca e che guadagna ancora più atmosfera con il passare degli anni.
Il contrasto tra i personaggi in stop motion e il mondo 3d trasforma il gioco in uno strano collage inquietante, un mondo malato e disturbato che ci appassionerà profondamente e ci rimarrà addosso anche dopo i titoli di coda.
Un titolo da giocare in qualche riedizione o magari su un vecchio computer capace di farlo girare al meglio.
L’orrore old school spaventa davvero, molto di più di quello a cui siamo abituati al giorno d’oggi.