Il bello del retrogaming è che i classici restano tali anche in negativo: giochi che facevano pena trent’anni fa sono orrendi ancora oggi. Una chiara tesimonianza arriva da World Cup Italia ’90, adattamento dei mondiali “nostrani” pubblicato direttamente da Sega su Master System. All’estero si chiamava in altri modi, e solo questo dovrebbe farvi capire che siamo di fronte all’ennesimo, deludente, gioco su licenza.
Del mondiale aveva ben poco a parte lo sport rappresentato e le squadre nazionali protagoniste. Era un gioco di calcio inquadrato dall’alto come ce n’erano già molti nel 1990 che non faceva nulla per differenziarsi dalla massa. Il gameplay risultava tipicamente arcade e privo di molte regole come fuorigioco o falli, ma i problemi a livello di giocabilità andavano ben oltre questo aspetto. Segnare non solo era difficile, ma del tutto casuale.
Visto che, in teoria, un gioco sportivo arcade si differenzia dalle simulazioni per il punteggio più alto e la semplicità generale, qui avevamo la situazione opposta. C’erano pochi comandi e pochissime soluzioni offensive (o difensive) ma fare goal restava un terno al lotto. Gran parte del tempo era speso in inutili cambi di possesso e contrasti in scivolata, per minuti che sembravano durare ore.
Nemmeno dal punto di vista tecnico, c’era tanto da sorridere: la grafica era poco definita e afflitta da costanti rallentamenti, quando c’erano più di quattro o cinque giocatori su schermo. Il sonoro era costituito da una manciata di effetti e musiche nella norma, per quanto le musiche siano l’ultima cosa che si nota in un gioco di calcio. L’unico aspetto positivo, nella realizzazione, arrivava dai rigori che erano inquadrati in simil 3D.
Troppo poco, oggettivamente, per fare di World Cup Italia ’90 un titolo degno di nota e infatti venne maltrattato già allora da quasi tutta la stampa specializzata. Su Master System non c’erano molte alternative, ma non voleva dire che qualsiasi titolo sportivo poteva presentarsi in modo così dimesso. Sega fece una pessima figura pubblicando un gioco simile, ma forse sperava che il fascino dei mondiali bastasse a coprire ogni difetto.