Cacciatori di zombie in salsa fantasy
Uscito nel lontanissimo 1987 e mai arrivato sugli scaffali europei, Zombie Hunter è un interessante rpg con visuale a scorrimento laterale. Ci troviamo di fronte a un gioco che ricalca alcuni elementi del mai troppo amato Zelda 2, il titolo però vanta anche una sua forte personalità e un sistema che fonde il roguelike con meccaniche più classiche dando vita a uno strano ibrido che riesce ad affascinare moltissimo, specialmente dopo trent’anni dalla sua uscita.
Per prima cosa ci troviamo di fronte a un comparto grafico di altissima qualità, ispirato e ben fatto, che sopravvive ancora oggi e riesce a regalare emozioni retrò di un certo livello. Stessa cosa vale per il sonoro e la direzione artistica che si rifà agli Yo Kai (non Yo Kai Watch!) e agli Oni del folklore giapponese.
Zombie Hunter, che poco ha a che vedere con il suo titolo, è un gioco interessante che ci vede avanzare per una serie di livelli suddivisi in schermate nelle quali affronteremo vari mostri. Ad ogni schermata riceveremo un forziere contenente oggetti curativi, consumabili vari e nuovo equipaggiamento.
Elementi rpg per un titolo innovativo
Ecco che l’azione di fonde con l’rpg e ci troviamo ad avanzare di livello e vedere il nostro protagonista crescere e migliorare.
Il titolo naturalmente è difficilissimo, viene da chiedersi cosa spingesse gli autori a rendere i giochi del passato così complicati. Maggiori capacità dei videogiocatori di una volta? O forse semplicemente una strategia artificiale per allungare la longevità di giochi altrimenti molto brevi. Fatto sta che questo Zombie Hunter riesce a divertire davvero e a appassionare, portandoci rapidamente a ricominciare la partita da zero ad ogni morte in un sistema di permadeath assolutamente punitivo dove l’unica cosa che rimane è l’esperienza di gioco.
Un titolo da recuperare e da scoprire per l’utenza occidentale che per troppi anni è stata privata di questa piccola gemma.