Virtua Racing – Sega Mega Drive | Gli archetipi del racing game
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Virtua Racing è stato il vero precursore dei giochi di guida moderni, perlomeno quelli di tipo Arcade.
Il gioco ha una storia particolare, nasce infatti come demo tecnica dell’allora potentissima scheda Model 1.
Le caratteristiche tecniche e il 3d degli albori, stupiscono però pubblico e addetti ai lavori grazie alla loro spettacolarità.
L’adattamento di un gioco del genere sembrava impossibile su Mega Drive, la compagnia invece si ingegno dando vita a un particolare Chip, l’SVP (Sega Virtua Processor), inserito nella cartuccia per “aiutare” lo stesso Mega Drive a gestire molti più poligoni su schermo.
Ma il solo chip, che alzò il prezzo del gioco notevolmente, non poteva fare miracoli e infatti le differenze rispetto all’originale risultarono evidenti.
Meno dettaglio, meno colori, una fluidità ridotta e quasi nessun extra: tutto questo portò alla conversione casalinga di Virtua Racing meno successo di quanto meritasse, o di quanto meritassero almeno gli sviluppatori, vista l’impresa titanica.
Virtua Racing – Sega Mega Drive | Un piccolo miracolo dimenticato
L’impresa di portare Virtua Racing su Mega Drive è paragonabile al port di The Witcher 3 su Nintendo Switch e ancora oggi fa parlare.
Il problema di fondo di Virtua Racing, e il motivo della sua scarsa fama è legato però a motivazioni più profonde.
Al di fuori della realizzazione tecnica, spettacolare per i tempi, il gioco in sé è povero di sostanza e meno interessante dei più anziani concorrenti in grafica 2D.
Si tratta, alla fine dei conti, di correre su circuiti chiusi suddivisi a checkpoint con avversari che nemmeno ci notano, imparando a memoria i punti dove frenare e sperando nella generosità del limite di tempo.
Se usando i classici gettoni questi limiti non si notavano troppo, vista la breve durata delle partite, una volta trasferiti su console il gioco viene affosato in maniera irreparabile. Tra i punti deboli principali c’è la longevità; Virtua Racing rapidamente offrendo in tutto solo tre piste e una manciata di opzioni.
Inoltre, la grafica che nel 1992 sembrava avveniristica, già due anni dopo (visto il rapido progresso tecnologico) era ampiamente superata, con la prima PlayStation all’orizzonte.
Per noi rimane una perla del passato e uno stile molto particolare, il gioco però non è adatto ai non amanti del primo 3d, un po’ rozzo ed estremamente pixelloso.
Date le premesse, l’esperimento targato Sega fu un clamoroso fallimento nel suo obiettivo primario, dimostrare che il Mega Drive poteva competere anche in un settore a lui sconosciuto come quello dei giochi 3D.
Virtua Racing finì per confermare l’opposto, condannando l’anziano 16-bit alla pensione.