Snake si infiltra su Gameboy Color
Conosciuto in occidente semplicemente come Metal Gear Solid, il titolo Gameboy Color necessita il suo nome giapponese per distinguerlo dal classico per psx che ha portato le vicende di Snake alla ribalta.
Kojima torna, dopo la fatica che cambierà la storia dei videogiochi, a lavorare sul suo personaggio e la sua saga, questa volta in una nuova incarnazione: quella per Gameboy Color. Il risultato è una pietra miliare, un gioco che poco ha da invidiare ai fratelli più grandi e che porta su handled una profondità di trama e una vicenda di spionaggio che difficilmente i giocatori dimenticheranno.
Ghost Babel
Sotto il punto di vista grafico, Metal Gear Solid spreme la consolle a colori Nintendo, mantenendo uno stile pulito e minimale tipico della serie, il titolo riesce a ovviare alla mancanza di tasti attraverso idee originali che garantiscono un gameplay profondo e complesso come un classico MGS.
La vicenda vede Snake alle prese con un gruppo di terroristi basati in Africa. Questi ultimi sono entrati in possesso di materiale nucleare e sembrano essere pronti a mettere in piedi il loro personale Metal Gear, una potentissima macchina robotica capace di lanciare missili nucleari da qualsiasi posizione nel globo andando a modificare gli equilibri atomici.
Questo preludio porterà Snake ad infiltrarsi nella base dei terroristi e a rimanere coinvolto in una serie di vicende e intrighi che nascondono sempre qualcosa di più di ciò che appare alla vista.
Nascosto in piena luce
Il gioco è longevo, l’estetica a dir poco eccezionale, il design dei personaggi e le loro personalità permetteranno di vivere una storia emozionante e complessa, piena di risvolti e segreti. La trama si muove parallela, diventando di fatto un Metal Gear fuori canone che racconta una vicenda alternativa dove si ritrovano personaggi già noti assieme a nuovi comprimari che lasceranno un segno profondo nel videogiocatore.