Secret of Mana: quando il Super Nintendo toccò nuove vette
Era l’estate del 1993 quando nei negozi giapponesi comparve un titolo destinato a ridefinire i confini dell’action RPG. Secret of Mana, conosciuto in patria come Seiken Densetsu 2, portava con sé qualcosa di completamente diverso rispetto ai giochi di ruolo dell’epoca. Mentre saghe come Final Fantasy conquistavano il pubblico con i loro combattimenti a turni e le trame epiche, questo nuovo capolavoro firmato Square sceglieva una strada diversa, fondendo azione, esplorazione e una colonna sonora capace ancora oggi di far venire i brividi a chi l’ha vissuto.
Un progetto nato da grandi ambizioni infrante
La storia dello sviluppo di Secret of Mana è affascinante quasi quanto il gioco stesso. In origine, il titolo era pensato per accompagnare il lancio del SNES-CD, la periferica che Sony avrebbe dovuto produrre insieme a Nintendo. Il progetto però naufragò, e da quella rottura nacque la prima PlayStation. Square si trovò così costretta a rivedere tutto da capo.
Il team dovette tagliare circa il 40% dei contenuti previsti. Lo sceneggiatore Hiromichi Tanaka abbandonò l’idea dei finali multipli e di alcune svolte narrative più complesse. Nonostante le difficoltà, da quelle ceneri prese forma un capolavoro capace di segnare un’epoca e di ridefinire il modo di intendere il genere.
Quando l’azione incontra il GDR
Chi provava Secret of Mana per la prima volta restava subito colpito dal suo sistema di combattimento in tempo reale. Niente scontri casuali, niente transizioni di schermata: tutto accadeva direttamente sulla mappa di gioco. Il protagonista poteva usare otto tipi di armi diverse — dalla spada alla lancia, dall’ascia al boomerang — ciascuna con le proprie peculiarità.
Il sistema di caricamento delle armi aggiungeva una dimensione strategica alle battaglie. Dopo ogni colpo, una barra indicava la potenza dell’attacco successivo: aspettare il 100% significava infliggere danni massimi, ma spesso l’urgenza del combattimento spingeva a colpire prima. Era un equilibrio raffinato tra riflessi e pianificazione.
A rendere tutto più fluido c’era poi il celebre sistema di menu ad anello, che consentiva di accedere a oggetti, magie e impostazioni senza interrompere l’azione. In un’epoca in cui i giochi di ruolo obbligavano a navigare menu complicati, Secret of Mana offriva un’interfaccia semplice e immediata, ancora oggi sorprendentemente moderna.
Tre eroi, un’avventura condivisa
La storia ruotava attorno a un giovane che, per caso, estrae una spada arrugginita conficcata in una roccia vicino a una cascata. Quel gesto risveglia forze oscure dimenticate da secoli e scatena il caos nel mondo. Bandito dal villaggio, il ragazzo intraprende un viaggio epico insieme a una principessa coraggiosa e a uno sprite birichino, per impedire che l’Impero conquisti il potere del Mana.
Ma ciò che rendeva davvero speciale Secret of Mana era la modalità cooperativa fino a tre giocatori. Con il multitap del Super Nintendo, tre amici potevano affrontare insieme l’intera avventura, trasformando un classico RPG solitario in un’esperienza collettiva e divertente. Nel 1993, mentre altri giochi lasciavano gli amici a guardare, Secret of Mana invitava tutti a partecipare.
La magia di Hiroki Kikuta: una colonna sonora leggendaria
Uno degli elementi che più hanno contribuito alla fama eterna del gioco è senza dubbio la sua colonna sonora. Composta da Hiroki Kikuta, allora alle prime armi con il mondo dei videogiochi, la soundtrack di Secret of Mana suonava diversa da qualsiasi altra.
Kikuta lavorava giorno e notte, componendo e ottimizzando personalmente i campioni audio per adattarli perfettamente alle capacità del Super Nintendo. Invece di limitarsi a versioni MIDI semplificate, creò suoni che rispecchiavano esattamente l’hardware della console, ottenendo una resa sonora straordinaria.
Ispirandosi a sonorità balinesi e alla musica techno-pop, riuscì a fondere elementi etnici e moderni in modo armonioso. Da “Fear of the Heavens” ai toni mistici di “A Curious Tale”, fino ai ritmi tribali di “Ceremony”, ogni brano aveva una sua anima ma contribuiva a un mosaico sonoro coerente e indimenticabile.
Pixel art ai massimi livelli
Sul piano visivo, Secret of Mana rappresentava una delle punte tecniche del Super Nintendo. I colori vividi, le ambientazioni curate e le animazioni fluide restituivano un mondo pulsante e credibile. Ogni area — dalle foreste nebbiose ai deserti infuocati, fino alle fortezze tecnologiche — aveva un’identità unica.
I personaggi, piccoli ma espressivi, si muovevano in scenari popolati da creature di ogni tipo: dai buffi Rabite, simili a conigli, ai giganteschi boss che riempivano lo schermo. Grazie al Mode 7, il Super Nintendo poteva mostrare effetti visivi spettacolari, soprattutto durante gli incantesimi e le battaglie più intense.
Un’eredità che continua a ispirare
A più di trent’anni dall’uscita, Secret of Mana resta uno dei migliori action RPG mai realizzati. All’epoca molti lo preferirono persino a The Legend of Zelda: A Link to the Past, fino ad allora considerato il punto di riferimento del genere. Le sue innovazioni — dal combattimento in tempo reale alla cooperativa locale — hanno influenzato decine di giochi successivi.
Nel corso degli anni, il titolo è tornato più volte: sulla Virtual Console di Wii, su dispositivi mobili, sul Super Nintendo Classic Mini del 2017 e persino in un remake 3D del 2018 per PlayStation 4, PC e Nintendo Switch. Segno che la magia di Secret of Mana non si è mai spenta.
Un classico senza tempo
Secret of Mana è uno di quei rari momenti in cui la creatività riesce a superare i limiti tecnici. Nato da un progetto ridimensionato, riuscì a trasformarsi in un’esperienza capace di emozionare intere generazioni.
Per chi lo visse all’epoca, rappresenta il ricordo di pomeriggi passati davanti al televisore con gli amici, tra risate e sfide impossibili. Per i più giovani, è l’occasione di scoprire come, con soli 16 bit, si potessero creare mondi ricchi di fascino e immaginazione.
La leggenda del Mana continua a vivere, e ogni volta che risuonano le prime note di “Fear of the Heavens”, migliaia di giocatori in tutto il mondo rivivono quella stessa emozione. Alcuni giochi invecchiano, altri diventano vintage. Secret of Mana, semplicemente, resta eterno.