Il mostriciattolo da allevare arriva anche su Gameboy
Tamagotchi esce su Gameboy nel 1997 dopo il tormentone del mitico Tamagotchi che dal giappone conquistò rapidamente tutto il mondo. I giovani degli anni 90 ne hanno sicuramente posseduto uno o ne sono entrati in qualche modo in contatto. Ecco che il simulatore di allevamento di creaturina evolve e arriva anche sulla portatile Nintendo, proponendo di fatto un sistema simile al Tamagotchi base ma con nuove feature più ludiche che lo rendono una esperienza più godibile e meritevole di essere provata su una consolle portatile.
La fiera delle stranezze
Che il Giappone sia patria di stranezze lo sappiamo bene, ecco che con questo Tamagotchi alcuni elementi peculiari si mostrano di prepotenza.
Il gioco ci vede scegliere fino a 3 personaggi e relative uova, da allevare, curare e rendere felici. Avremo poi la possibilità di migliorare le loro skill con mini giochi di vario tipo che gli permetteranno anche, in età adulta, di vincere contest di Tamagotchi.
Se si ammala, non mangia o è troppo triste il nostro mostriciattolo potrebbe morire, anche la vecchiaia potrebbe portarlo a una improvvisa morte.
Se il Tamagotchi viene curato e reso felice fino alla vecchiaia invece volerà via con il suo UFO… entrando nella hall of fame dei Tamagotchi.
Un titolo non per tutti
Tamagotchi con una grafica divertente e una cura del dettaglio altissima, ripropone l’esperienza del classico gioco elettronico, introducendo di fatto un titolo di allevamento che può strizzare l’occhio a prodotti come Harvest Life o alle meccaniche di cura dei Pokémon più recenti. Di fatto ci troviamo per le mani un gioco strano e particolare che può però divertire e appassionare chi ha amato e ha nostalgia dei vecchi mostriciattoli tascabili.
Sicuramente darci un’occhiata farà rivivere moltissime emozioni, chi invece non dovesse conoscerlo potrebbe davvero appassionarsi alle meccaniche di gioco e allo stile visivo.
