Le pietre sacre
Fire Emblem: The Sacred Stones, esce nel 2004 per Gameboy Advance. Il titolo continua la saga di Fire Emblem introducendo alcune novità e modificando alcuni elementi chiave del gioco, che cambia in piccoli dettagli di iterazione in iterazione.
Ecco che ci troviamo di fronte a un jrpg tattico dai toni maturi e profondi, molto lontano dalle controparti moderne che tendono molto al manga shonen, più che a una epopea fantasy/medioevale.
Fire Emblem The Sacred Stones ci mette di fatto alla guida di un team di soldati di cui controlleremo ogni dettaglio e con i quali ci impegneremo in combattimenti tattici che fondono jrpg e strategia alla maniera di Final Fantasy Tactics.
Mostri e armature
A differenza degli altri titoli della serie, The Sacred Stones, introduce la presenza di mostri, similmente a come già accaduto in Fire Emblem Gaiden, conosciuto da noi per il remake 3ds, Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia. La presenza dei mostri rompe un po’ l’ambientazione politica e dura che il gioco cerca comunque di spingere, tra intrighi e tradimenti e casate in guerra.
La grafica si distingue in una mappa poco dettagliata con sprites carini ma ridotti all’osso, di contro troviamo delle animazioni e un design dei personaggi curatissimo che ricorda il mondo anime degli anni 80/90, con uno stile più realistico e maturo.
La guerra tattica
Fire Emblem The Sacred Stones regala ore e ore di divertimento, battaglie complesse e divertenti da giocare che ci terranno col fiato sospeso per tutto il loro svolgimento. Se siete in cerca di personaggi da studiare e evolvere, di combattimenti all’ultimo sangue e di una trama, se pur non eccelsa, piacevole e godibile, allora questo gioco fa al caso vostro. Un titolo che si apprezza maggiormente rispetto agli ultimi arrivati della saga, un gioco d’altri tempi con uno stile, purtroppo insuperato.