Il marchio dei lupi
Conosciuto anche come Fatal Fury 4, Garou: Mark of the wolves esce nel 1999 e spinge ai limiti più estremi le potenzialità della macchina arcade dando vita a una grafica a dir poco da urlo.
La grafica, assieme al design strepitoso dei personaggi e degli ambienti sono la prima cosa che saltano all’occhio di questo tecnicissimo picchiaduro. Ci troviamo davanti a un 2d così curato da sembrare in alcuni frangenti una grafica tridimensionale con ambienti dinamici, personaggi vivissimi animati da una miriade di movimenti e piccole chicche che li rendono naturali e reali.
I combattimenti sono frenetici, basati su una conoscenza profonda del personaggio e delle sue mosse. Vedere i combattenti lottare è un vero spettacolo per gli occhi che, ancora, oggi sorprende e affascina.
Un grande titolo di lotta
Garou è un grandissimo titolo, un arcade di qualità capace di far cadere le mascelle sia per il gameplay che per l’incredibile grafica. Evocative e incalzanti sono anche le musiche che coinvolgono e si sposano perfettamente con le scene e con il mondo di gioco.
La storia ci vede alle prese con un tipico torneo di combattimenti, in questo caso tra quartieri. Niente di particolare ma abbastanza per introdurre una serie di personaggi indimenticabili, ognuno con il proprio stile assolutamente unico e le sue mosse segrete.
Colore e azione
Garou è un universo coloratissimo e veloce, un gioco che vale davvero la pena di essere provato da tutti gli amanti dei picchiaduro e da chiunque voglia vedere davanti ai suoi occhi una vera e propria danza fatta di personaggi che sembrano cartoni animati in movimento; uno spettacolo che raramente si trova e che fa impallidire anche esponenti ben più noti del mondo dei giochi di combattimento 2d.
Poco da dire, un grandissimo prodotto da riscoprire e nel quale perdersi, soprattutto se giocato in compagnia.