Alchimia e videogiochi
Albedo esce nel 1988 e si dimostra subito un gioco fuori dagli schemi e veramente particolare. Per prima cosa si nota il design, spaziale e alieno, estremamente ricercato e che fonde tematiche esoteriche con pura sci-fi in un comparto grafico di qualità, coloratissimo e ben realizzato. A fare da padrone però è il gameplay, ci troveremo infatti a muovere il nostro protagonista all’interno di schermate prive di gravità. Eccoci quindi schivare proiettili, sparare e camminare a testa in giù, il tutto attraverso l’utilizzo del mouse. I comandi sono strani e ostici e necessitano quindi di prenderci la mano, una volta padroneggiati il titolo riesce a divertire e appassionare soprattutto grazie alla sua stranezza e al suo mistero.
Un mondo esplorabile
Altra componente di Albedo è l’esplorazione, il gioco infatti mostra un volto Metroidiano permettendoci di esplorare grandi mappe suddivise in schermate, troveremo così vite come vicoli ciechi, avversari che sbucano da tutte le parti e aree di transizione. Quello che si prova giocando ad Albedo è di avere a che fare con qualcosa di esotico e strano, strano nella scelta dei comandi, così come nelle meccaniche, strano nella possibilità di combattere varie forme di vita, aliene, meccaniche e altro, e strano nel titolo che rimanda all’alchimia, così come nei protagonisti, eroi spaziali misteriosi e vestiti con una tuta colorata.
Un gioco per esploratori dell’ignoto videoludico
Albedo è un titolo per chi è in cerca di stranezze e prodotti particolari. Un gioco comunque divertente e accattivante ma che vince in particolare grazie al suo mistero e al suo design. Se volete provare qualcosa di diverso, recuperatelo al più presto, non ve ne pentirete, e non sarà facile resistere alle suggestive ambientazioni, al design dei nemici e al senso di mistero che pervade l’intera produzione. Un altro bel gioco Amiga da riscoprire.