Gli zombie mafiosi con la mitragliatrice
Uscito nel 1993, Alone in the dark 2, abbandona Lovecraft e ci immerge nella realtà del Voodoo. Il gioco parte da premesse piuttosto interessanti, la sparizione di una bambina, l’omicidio di un colega… aggiungendo inoltre l’utilizzo della bambina stessa in alcune fasi di gioco che donano una componente stealth non trascurabile per i tempi… il problema di fondo è che il concept viene sostanzialmente stravolto e l’orrore si trova a scomparire trasformandosi invece in una specie di pagliacciata che vede zombie armati di fucili e pistole e… pirati.
L’orrore che non fa paura
Mentre nella sua pixellosità, il primo Alone in the dark, riesce ancora a fare paura e a creare un senso di disagio nel giocatore, Alone in the dark 2 sembra mancare di qualche elemento. Pare quasi che il tentativo di muoversi verso una svolta action porti il prodotto in un’aerea ibirida dove perde la sua personalità e diventa macchietta di sé stesso.
Giocare oggi ad Alone in the dark 2 non è particolarmente piacevole e non lo era nemmeno al momento dell’uscita, uscita che coincise poi con l’arrivo sugli scaffali di altri giochi ben superiori e con l’alba delle consolle.
Ci troviamo quindi di fronte a un gioco un po’ forzato, con qualche buona idea ma che non merita assolutamente di portare il nome e l’eredità che invece lo schiaccia.
Solo per puristi
Alone in the dark 2 è quindi un titolo da affrontare solo per appassionati sfegatati, per avventurieri retrò che non vogliono farsi mancare nemmeno un gioco del passato e per poveri redattori che si trovano tra le mani un gioco che poteva essere bello ma non ci è riuscito.
Un vero peccato perché le meccaniche sono migliorate (anche se muovere il nostro protagonista è ancora un’impresa) e qualche spunto valido si trova, non abbastanza però per salvare, soprattutto al giorno d’oggi il prodotto.