All’inizio degli anni ’90, per rendere il suo sistema ibrido arcade/casalingo Neo-Geo più popolare, SNK iniziò a produrre moltissimi picchiaduro dando vita ad alcune serie molto apprezzate. Una delle migliori fu Art of Fighting, forse il primo vero rivale di Street Fighter II che riuscì a dargli filo da torcere come grafica e giocabilità. Nel 1992 i suoi personaggi enormi e ben animati, arricchiti da vari effetti di zoom, facevano veramente un’ottima impressione.
L’idea di base era la stessa di tutti i picchiaduro a incontri: sfide testa a testa al meglio dei tre round basate su arti marziali e mosse speciali più o meno improbabili. L’elemento caratteristico di Art of Fighting, peraltro già accennato nel precedente Fatal Fury della stessa SNK, era la trama illustrata tramite intermezzi e dialoghi. Prima e dopo ogni combattimento c’erano delle scene animate per unire l’azione alla storia, così da invogliarci ancora a giocare.
Nel gameplay si notavano alcune idee interessanti come la barra che regolava la potenza delle super mosse. Usandole troppo si esauriva riducendo al minimo il loro impatto, Inoltre, trovata geniale, potevamo ridurre quella dell’avversario provocandolo o insultandolo con l’apposito tasto. Giocando da soli c’erano solo due personaggi selezionabili, i protagonisti della storia, mentre in due il numero saliva fino ai classici otto.
Senza dubbio, l’aspetto migliore restava quello tecnico con una grafica ai primissimi posti per l’epoca sul lato di dettaglio, animazioni e design. La trovata delle zoomate, che ingrandivano i lottatori quand’erano vicini, non fece altro che enfatizzare l’impatto visivo di Art of Fighting. Lo stile di alcuni personaggi o scenari poteva non piacere, ma era innegabile che SNK avesse offerto una prova eccellente per il suo hardware.
Il successo di Art of Fighting portò alla realizzazione di alcuni seguiti e perfino una serie animata, prima che sparisse nel nulla. Finché restò sugli schermi, restava sempre un ottimo rivale per Street Fighter II sia come numero di estimatori, sia come giocabilità. Ma contrariamente a Capcom, SNK non riuscì a tenerlo in vita anche negli anni in cui dominavano i picchiaduro 3D e questa fu la sua definitiva condanna.