I picchiaduro a incontri potevano essere fatti decentemente anche su Commodore 64 malgrado fossero una delle categorie più maltrattate dai produttori di allora. Era il 1987 e System 3 decise di dare a tutti una lezione in materia prendendosi una pausa dalle sue celebri avventure con i ninja. Il problema era che Bangkok Knights fosse prima di tutto un’ottima tech demo e solo successivamente un discreto videogame.
Molto prima dei vari Tekken e Virtua Fighter, la casa inglese riuscì a offrire duelli basati su arti marzali in arene aperte al movimento dei giocatori. Anche qui, si trattava di abbattere la riserva di energia dell’avversario a suon di calci e pugni, ma senza palle di fuoco o altre amenità. Almeno sulla carta, si trattava di una simulazione di Muay Thay, la celebre e spettacolare arte marziale asiatica.
Di fatto, Bangkok Knights era molto meno simulativo di quanto potesse sembrare dalla grafica viste le poche mosse disponibili e il carattere fin troppo caotico degli incontri. Spesso, per vincere bastava sfruttare lo stesso attacco a ripetizione, una volta trovato quello più efficace contro il nostro avversario. Questo difetto di base, unito alla facilità generale, rese il titolo System 3 fin troppo corto e semplice.
Ma sul lato tecnico, come gran parte delle produzione di questo marchio, resta una prova di forza per il Commodore 64. I grandi personaggi ben animati e spesso esilaranti in alcune espressioni riempivano tutto lo schermo, mentre lo scenario risultava ben caratterizzato e d’atmosfera. Le musiche erano firmate dalla superstar Rob Hubbard benché non si trattasse della sua prova migliore.
I limiti del gameplay (anche giocato in due veniva presto a noia) finirono per frenare l’ascesa di Bangkok Knights davanti a serie più famose. E persino la casa madre non ci credeva molto visto che tornò subito alle avventure dinamiche. In ogni caso, per l’ambientazione fuori dagli schemi e l’ottima parte tecnica, resta tra i migliori picchiaduro visti su Commodore 64.