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Blasteroids: L’Evoluzione Definitiva della Saga Asteroids

La nascita di Blasteroids

Nel febbraio del 1988 i cabinati di Blasteroids iniziarono a comparire nelle sale giochi di tutto il mondo, anche se la schermata iniziale riportava ancora la data 1987. Atari Games aveva appena dato vita al capitolo conclusivo della leggendaria saga arcade di Asteroids, un titolo che avrebbe rappresentato una vera svolta per la serie e che ancora oggi resta un tassello importante nella storia dei videogiochi.

La genesi di un classico moderno

La nascita di Blasteroids fu il risultato dell’incontro tra due visioni differenti. Ed Rotberg, veterano di Atari e autore di titoli come Battlezone, voleva realizzare un gioco ispirato al concetto di “carta, forbice, sasso”. Dan Van Eldren, vicepresidente del reparto ingegneria, desiderava invece rilanciare il concept di Asteroids con un approccio più moderno. Dalla fusione di queste idee nacque il progetto.

Il team guidato da Rotberg includeva Peter Lipson, Gary Stempler, Sam Comstock e Brad Fuller. In origine il gioco avrebbe dovuto prevedere livelli che richiedevano forme specifiche della navicella per essere completati, ma la necessità di rispettare i tempi di produzione costrinse gli sviluppatori a semplificare alcuni aspetti.

Grafica digitalizzata: una rivoluzione visiva

Uno dei tratti più innovativi di Blasteroids fu il suo comparto grafico. Gli asteroidi vennero digitalizzati dalla Industrial Light and Magic (ILM), celebre compagnia di effetti speciali di Lucasfilm. Il modellista Bill George realizzò modelli fisici delle cinque forme della navicella, successivamente digitalizzate con diverse angolazioni e illuminazioni.

Questo processo, ancora raro per l’epoca, conferì al gioco un aspetto unico, abbandonando la grafica vettoriale dei predecessori per passare a quella raster. Il risultato fu un comparto visivo più fluido, definito e dettagliato rispetto agli standard del 1987.

Gameplay: l’evoluzione di un classico

Le tre forme della navicella

La navicella del giocatore può trasformarsi liberamente in tre configurazioni: lo Speeder, rapido ma poco potente; il Fighter, bilanciato tra velocità e potenza di fuoco; e il Warrior, lento ma con un armamento devastante. Questa meccanica introduce un elemento strategico inedito, permettendo di adattare lo stile di gioco alle diverse situazioni.

Il sistema del carburante

A differenza dei capitoli precedenti, ogni manovra in Blasteroids consuma carburante, che coincide anche con l’energia vitale della navicella. I giocatori devono quindi bilanciare l’uso del propellente e la ricerca dei cristalli energetici, ottenibili distruggendo specifici asteroidi colorati. Se il carburante si esaurisce, la nave esplode.

Power-up e potenziamenti

Distruggendo le navi nemiche si ottengono vari power-up: cannoni supplementari, serbatoi più capienti, scudi temporanei o magneti per attrarre i cristalli. Questi potenziamenti ampliano notevolmente le possibilità tattiche, introducendo una varietà sconosciuta ai precedenti Asteroids.

Gli asteroidi popcorn

Tra le nuove minacce compaiono gli “asteroidi popcorn”, che crescono di dimensione e rallentano a ogni colpo subito fino a bloccarsi al centro dello schermo. Indistruttibili, costringono il giocatore a modificare continuamente la propria strategia di movimento.

Mukor: il primo boss della serie

Per la prima volta nella saga compare un vero boss finale: Mukor, un enorme asteroide vivente con più “vulcani” che generano nemici e piccoli asteroidi. Ogni vulcano va distrutto singolarmente e la loro eliminazione rilascia power-up bonus. Una volta ripuliti tutti i sistemi stellari, Mukor riappare per lo scontro finale, che conclude il gioco.

La modalità cooperativa

Una delle principali novità di Blasteroids è la modalità cooperativa a due giocatori. Le navi possono agganciarsi tra loro: una assume la forma più grande e controlla direzione e movimento, mentre l’altra diventa una torretta indipendente. Questa meccanica, inedita all’epoca, anticipava soluzioni di gioco cooperativo che sarebbero diventate comuni solo anni dopo.

Struttura dei livelli

Rispetto a Space Duel, Blasteroids introduce una struttura non lineare. Il giocatore può scegliere tra quattro aree, ognuna rappresentante un sistema stellare, selezionandole attraverso vortici spazio-temporali. Questa impostazione consente di affrontare le missioni in ordine libero, adattandole al proprio stile di gioco.

L’eredità tecnica e commerciale

Uscito nel febbraio 1988, Blasteroids fu prodotto in circa 2.000 unità negli Stati Uniti, vendute a 2.345 dollari ciascuna. Il cabinato, del peso di 137 kg, montava un processore Motorola 68000 e un chip audio Yamaha YM2151, allora tra i più avanzati del settore.

Il record mondiale ufficiale appartiene a Mark Twitty, con un punteggio di 2.773.840 punti registrato il 20 aprile 1988, testimonianza della profondità del gameplay.

Le conversioni per home computer

Nel 1989 la Image Works pubblicò le versioni per Amiga, Amstrad CPC, Atari ST, Commodore 64, MSX, MS-DOS e ZX Spectrum. Tutte conservarono le meccaniche principali, inclusa la trasformazione delle navi e la modalità cooperativa. Le versioni per sistemi Commodore sono oggi considerate le più fedeli all’originale arcade.

Un easter egg nascosto

Il prototipo di Blasteroids contiene un curioso easter egg: la testa del programmatore Ed Rotberg. Per visualizzarla, bisogna giocare a difficoltà media, completare la prima ondata e scegliere quella in alto a destra. Colpendo le rocce di cristallo blu, queste si trasformano in teste rotanti.

Perché riscoprire Blasteroids oggi

Blasteroids è molto più di un semplice seguito: rappresenta la naturale evoluzione del concept di Asteroids, aggiornato con elementi di profondità strategica che lo rendono ancora oggi attuale. La possibilità di trasformare la navicella, il sistema di carburante e la modalità cooperativa anticipavano soluzioni che avrebbero influenzato il game design degli anni successivi.

Per i giocatori nostalgici, è un ritorno all’epoca d’oro degli arcade; per i nuovi, un’occasione per comprendere come il genere abbia saputo evolversi senza perdere il suo fascino originario.

Dove giocare Blasteroids oggi

Oggi Blasteroids è facilmente reperibile tramite emulatori come MAME, che riproducono fedelmente l’esperienza arcade. Le versioni per home computer si trovano su diversi siti di abandonware, mentre nel 2009 ne è stata pubblicata anche una versione per iPhone e iPod.

Conclusione

Blasteroids rappresenta una chiusura perfetta per la saga di Asteroids. Non si limita a modernizzare il classico del 1979, ma ne reinterpreta la formula, introducendo elementi che avrebbero definito gli shoot ’em up negli anni a venire.

Il gioco di Ed Rotberg è riuscito nell’intento di rinnovare senza snaturare, offrendo un’esperienza ancora oggi godibile e significativa. Per chi ama il retrogaming o vuole esplorare le origini del videogioco moderno, Blasteroids resta una tappa imprescindibile: un ponte tra l’età dell’oro degli arcade e il futuro del game design.

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