La dura vita del caccia bombardiere
Sega Master System, nonostante la meraviglia dell’esperienza consolle, non è riuscita a lasciare il segno nello stesso modo di Nintendo Nes, o dello stesso Sega Mega Drive. La colpa va forse ai suoi titoli, giochi accattivanti e divertenti ma che mancano spesso di quel carisma e quella caratterizzazione che fa la differenza tra un titolo piacevole e uno indimenticabile. E’ il caso di questo Bomber Raid, Shoot ‘em up, estremamente classico (uscito comunque nel 1989) che ci vede alla guida di un aereo da combattimento impegnato nella distruzione di sottomarini giganti e altre amenità volanti e sottomarine. Il titolo fonde uno stile visivo tra modernità e seconda guerra mondiale e vanta un gameplay piacevole, non eccessivamente difficile e capace di regalare ore di divertimento tra power ups intelligenti e boss fight.
Cosa c’è che non funziona?
Il problema di fondo sta proprio nell’estetica, così come nelle musiche e nella direzione artistica. Bomber Raid sembra infatti un titolo fatto tanto per fare, confezionato con sprite preesistenti e senza un minimo di cura dedicata a creare un’idea di gioco e una qualche specie di atmosfera che renda le nostre battaglie più interessanti. Ne esce fuori un titolo che poteva risultare gradevole al tempo ma che ci indispettisce al giorno d’oggi data la sua incredibile mole di anonimato, e la scarsa cura dei vari elementi. Un esempio tra tutti la musica assolutamente fuori luogo e che sembra appartenere a un colorato platform più che a un gioco di guerra. Senza dimenticare la copertina del gioco che poco ha a che vedere con il prodotto finale…
Eccoci quindi di fronte a un titolo fatto per vendere, che potrebbe divertirvi se cercate un bullet hell con qualche buona idea, ma che davvero scompare nell’enorme folla di titoli simili meglio caratterizzati e con una cura maggiore al dettaglio e alla lore.