Che gli studi Rare avessero la stoffa, lo si era capito già a fine anni ’80 quando riuscirono a rendere divertente perfino l’uso dei motoscafi in un videogame. Ma Cobra Triangle era molto più che il solito gioco di guida con mezzi diversi dal solito, infatti univa elementi tipici degli action game come sparatorie, bonus e obiettivi precisi da completare. La varietà, nonostante l’ambientazione sempre acquatica, è proprio l’elemento per cui viene ricordato ancora oggi.
Si partiva con le classiche gare contro avversari guidati dal computer, a chi arrivava primo in fondo al percorso. Ma ben presto arrivavano compiti più complessi, come il disinnesco di mine attaccandole allo scafo e trasportandole in una zona sicura. La fantasia degli sviluppatori si era davvero scatenata, considerando che l’uso di un’imbarcazione ne limitava di molto le opzioni.
Anche graficamente, per l’epoca, si faceva notare in positivo grazie allo spessore extra dato dall’inquadratura isometrica e al realismo nei movimenti dei motoscafi. Ci sembrava davvero di sfrecciare sull’acqua, guidando attraverso canali, ostacoli e rampe. Per un semplice NES, ancora oggi Cobra Triangle fa una discreta impressione a parte i colori limitati e la ripetitività delle ambientazioni.
La grande varietà presente nel gameplay si vede anche da alcuni dettagli come le armi montate sul motoscafo. Alcune gare diventavano veri e propri combattimenti, anche perché gli avversari computerizzati erano già molto agguerriti nei primi livelli. C’era anche un sistema di power-up simile agli sparatutto, con l’elenco delle parti potenziabili sempre visibile in fondo allo schermo.
Nonostante tutte queste qualità, e l’assenza di grossi difetti, Cobra Triangle rappresenta uno dei gioielli dimenticati dell’era NES. All’epoca del lancio non ebbe né grande diffusione né molta popolarità malgrado i giudizi positivi della stampa. Probabilmente, il semplice fatto di avere un motoscafo come protagonista aveva allontanato molte persone, benché rimanga tra i migliori titoli firmati Rare.