Il mondo dei videogiochi moderni deve tutto a una piccola pallina bianca che rimbalzava su uno schermo nero. La storia di come Pong salvò Atari dalla bancarotta è un racconto affascinante di innovazione, disperazione e di come un semplice gioco di ping-pong elettronico riuscì a salvare un’intera azienda e a gettare le basi dell’industria videoludica che conosciamo oggi.
Le Origini: Un’Azienda ai Primi Passi
Nel 1972, l’industria dei videogiochi era praticamente inesistente. Atari, Inc. è stata fondata a Sunnyvale (California) il 27 giugno 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dabney. La giovane società aveva già alle spalle un primo tentativo con Computer Space, un gioco del 1971 che, seppur tecnologicamente innovativo, si era rivelato troppo complesso per il pubblico delle sale giochi.
Bushnell e i suoi soci compresero rapidamente che il loro primo videogioco era troppo difficile da comprendere per i frequentatori dei bar. Il Computer Space game aveva goduto di un modesto successo e si era dimostrato tecnologicamente innovativo grazie al suo uso di una scheda integrata piuttosto che di un microprocessore, consentendo una produzione conveniente. Tuttavia, il frequentatore medio del bar trovava che Computer Space fosse troppo complicato da gestire nel loro stato di ebbrezza.
La Nascita di Pong: Semplicità Geniale
L’ispirazione per Pong arrivò da una fonte inaspettata. Nolan Bushnell, allora fresco di laurea, che diventerà in seguito il fondatore della Atari, ispirandosi all’Odyssey fece sviluppare ad Allan Alcorn il gioco Pong per Atari. Il gioco della Magnavox Odyssey, commercializzato nel 1971, aveva mostrato il potenziale di un semplice simulatore di tennis elettronico.
Bushnell voleva inaugurare la produzione della neonata società realizzando un gioco di guida ma, parlando con Alcorn, capì che questo sarebbe stato troppo difficile da realizzare per il giovane ingegnere. Bushnell si ricordò allora di aver partecipato, alcuni mesi prima, alla presentazione della console Magnavox Odyssey e di aver visto un gioco simile al tennis.
Allan Alcorn, giovane ingegnere appena assunto da Atari, fu incaricato di sviluppare quello che sarebbe diventato il gioco più importante della storia dei videogiochi. Pong è un gioco ormai classico e semplicissimo: su una schermata nera, un quadrato bianco (che sarebbe una palla) rimbalza tra due barre, che i giocatori possono muovere solo verticalmente, in su o in giù.
Il Test Cruciale: Andy Capp’s Tavern
Il momento della verità arrivò nel settembre 1972. Nel settembre del 1972, Bushnell e soci installarono il prototipo ultimato di «Pong» in un bar lì vicino, l’Andy Capp’s Tavern, loro ritrovo abituale. Andy Capp’s Tavern era un ristorante riconosciuto per essere uno dei primi locali pubblici a ospitare videogiochi coin-operated, come Computer Space e Pong.
La macchina fu costruita con mezzi di fortuna ma funzionali. Alcorn aveva costruito il gioco utilizzando un televisore Hitachi in bianco e nero da 75 dollari e un cabinet di legno di quattro piedi. Consisteva di un monitor in bianco e nero di Walgreens, dell’hardware del gioco e di un meccanismo per l’inserimento delle monete preso da una lavatrice automatica, con un cartone del latte come raccoglitore per i soldi.
Quello che accadde nei giorni successivi sarebbe diventato leggenda. La leggenda narra che, a qualche giorno di distanza dall’installazione del cabinato, il titolare del bar chiamò allarmato Atari, affermando che la macchina aveva smesso di funzionare. In realtà, non si trattò di un guasto all’elettronica: la feritoia per inserire le monete, ricavata artigianalmente da un contenitore per il latte, era intasata e non riusciva più a ingurgitare i quarti di dollaro.
Quando l’indomani mattina Alcorn e Bushnell arrivarono al bar per riparare il gioco, si trovarono di fronte a una fila di gente in coda in attesa che il locale aprisse per poter entrare a giocare a Pong. Il successo fu immediato e travolgente.
Il Successo Commerciale di Pong
Entro il novembre del 1972, però, Pong era pronto per essere ufficialmente commercializzato e fu subito un grosso successo: presto moltissimi bar, bowling e sale gioco che fino ad allora avevano ospitato sistemi di intrattenimento meccanici come i flipper cominciarono ad acquistare una cabina.
Il gioco rappresentava qualcosa di rivoluzionario per l’epoca. Era un fenomeno sociale, che permetteva per la prima volta a tantissime persone di giocare una contro l’altra. «Era il modo ideale di rompere il ghiaccio. Molte persone mi hanno detto che è stato così che hanno incontrato i loro partner», dice Bushnell.
La strategia di distribuzione di Atari fu inizialmente complicata dai distributori dell’epoca. Bushnell e Dabney si incontrarono con Nutting e con altre società per commercializzare il loro gioco ma, quando capirono che nessuno lo avrebbe distribuito, decisero di iniziare a venderlo in proprio.
La Crisi Finanziaria: Gran Trak 10 e le Perdite
Nonostante il successo di Pong, Atari si trovò presto in gravi difficoltà finanziarie a causa di una serie di errori strategici e operativi. Il problema principale arrivò con Gran Trak 10, un gioco di guida del 1974.
Per sviluppare l’arcade, Bushnell aveva contattato un paio di ingegneri esterni ad Atari, Steve Mayer e Larry Edmonds, che avevano fondato a Grass Valley (California) una piccola società. Ma il gioco che avevano consegnato non era esaltante: esso presentava infatti dei problemi di natura progettuale per cui Alcorn dovette riprendere in mano il progetto e correggerli, con un aggravio di spese che portò Gran Trak 10 a costare 1 095$ a unità.
Il disastro finanziario fu causato da un errore di calcolo nei costi. Quando il gioco fu messo in vendita, però, nel prezzo finale non furono conteggiati gli interventi di Alcorn, per cui Gran Trak 10 fu messo in listino a 995$, ben 100$ in meno di quanto costasse realmente produrlo. Quando Atari si accorse del problema, era ormai troppo tardi: erano stati bruciati circa 500 000$, il guadagno dell’anno precedente, facendo rischiare la bancarotta.
Ma i problemi di Atari non si limitavano a Gran Trak 10. Le vendite di Pong, dopo un inizio scoppiettante, stavano calando a causa dei numerosi cloni che stavano comparendo sul mercato e che andavano a intaccare le vendite del titolo originale. A ciò si aggiungevano due problemi: il primo era la scarsa qualità delle linee di montaggio di Atari, che obbligavano a dover gettare quotidianamente diverse centinaia di dollari di materiale.
Il Salvagente: Kee Games e Tank
La salvezza di Atari arrivò da una strategia segreta che l’azienda aveva messo in atto già dal 1973. Kee Games fu un produttore statunitense di videogiochi arcade attivo dal 1973 al 1978. La società fu guidata da Joe Keenan, un amico di vecchia data di Nolan Bushnell, uno dei fondatori di Atari. In realtà, Kee Games era una società controllata interamente da Atari, creata da quest’ultima in risposta alla pretesa dei distributori di giochi e flipper dell’epoca di avere i titoli in esclusiva commerciale.
Questa strategia permetteva ad Atari di aggirare le restrizioni dei distributori. Nel primo anni ’70, i distributori compravano giochi su base esclusiva, il che significava che solo un distributore in ogni regione di distribuzione poteva portare prodotti da un determinato produttore di giochi arcade, limitando il produttore solo agli operatori a cui quel distributore vendeva.
Il gioco che salvò Atari fu Tank, sviluppato da Kee Games nel 1974. Tank è un videogioco arcade sviluppato e pubblicato da Kee Games nel 1974. Il gioco è famoso perché fu grazie al suo successo commerciale che Atari svelò la proprietà “segreta” di Kee Games, reincorporandola in Atari e pubblicando il gioco anche con il proprio marchio, salvandosi dalla bancarotta.
Il gioco Tank di Kee Games vendeva così tanto che i distributori volevano acquistarlo anche senza l’esclusiva. Ciò spinse Atari a rivelare la relazione fra le due società così da permettere l’incorporamento di Kee Games e l’inizio delle vendite di Tank con il marchio Atari, salvando la società dal fallimento.
L’Espansione nel Mercato Domestico
Il successo di Pong non si limitò alle sale giochi. Nel 1975, Atari riuscì a portare il gioco nelle case americane. Nel 1975, Atari cominciò a vendere una versione del gioco che potesse essere giocata sulla TV di casa attraverso una console a batteria dal costo di 79 dollari.
L’idea di portare Pong nelle case fu rivoluzionaria: la sua rudimentale simulazione di una partita di ping pong nella quale due giocatori controllavano delle barre verticali (le racchette) che colpivano una pallina avanti e indietro, ha letteralmente catturato l’immaginazione di milioni di giocatori.
Il successo della versione domestica fu tale che entro un anno, Atari stava vendendo la propria console per giochi domestici, in gran parte grazie al successo e alla popolarità di Pong.
L’Eredità di Pong: La Nascita di un’Industria
L’impatto di Pong sull’industria dei videogiochi fu rivoluzionario. Trip Hawkins, il fondatore di Electronic Arts, che produce giochi come FIFA, Battlefield e The Sims, ha dichiarato: “Non credo di esagerare se dico che [Pong] è il titolo che ha dato davvero il via all’intera industria dei videogiochi”.
Il gioco stabilì standard che sarebbero rimasti validi per decenni. Il successo del prototipo proof-of-concept di Pong all’Andy Capp’s fu importante per diverse ragioni. Prima di tutto, rese evidente l’importanza del design intuitivo per le nuove tecnologie come i videogiochi: anche un ubriaco poteva far funzionare la macchina.
La semplicità di Pong divenne un modello per l’industria tecnologica. Le poche istruzioni necessarie (“Deposit Quarter, Avoid Missing Ball for High Score”) fornirono un modello per i successori della Silicon Valley come Steve Jobs.
I Problemi di Copyright e le Controversie
Il successo di Pong non fu privo di controversie legali. Quelli della Magnavox denunciarono subito l’appena nata Atari Inc. per violazione di brevetto: in effetti Pong era quasi identico al gioco di tennis della Odyssey. La storia finì con un patteggiamento.
Atari fu citata da Magnavox perché il gioco era troppo simile al suo e Atari si accordò con la società per pagare a Magnavox una royalty. Questo precedente legale stabilì l’importanza dei diritti di proprietà intellettuale nell’industria dei videogiochi nascente.
La Crescita Esplosiva e i Nuovi Problemi
Il successo di Pong portò Atari a una crescita esplosiva, ma anche a nuovi problemi. Pong fu il volano per la giovane Atari che nel 1977 presentò la mitica Atari 2600 (inizialmente chiamata VCS), una console la cui produzione si spinse fino al 1992.
Tuttavia, la gestione aziendale divenne sempre più complessa. Bushnell nel 1975 si rende anche conto che per far quadrare i conti deve scegliere: o sviluppa per la sala giochi o cerca di tenersi il mercato casalingo e sceglie questa seconda strada.
L’Influenza Culturale Duratura
L’impatto di Pong andò ben oltre l’industria dei videogiochi. Ancora oggi, gli omaggi a Pong nella cultura pop e nell’arte contemporanea abbondano. Nel 2006, una pubblicità di American Express mostrava il tennista Andy Roddick impegnato in una partita a tennis contro la barra bianca del videogioco.
Nel 1999, l’artista Pierre Huyghe creò l’Atari Light, installazione artistica interattiva che permetteva agli spettatori di giocare a Pong su un soffitto, stesi a terra oppure in piedi: l’opera ebbe enorme successo e fu in seguito esposta anche alla Biennale di Venezia.
Il gioco continua a essere utilizzato nell’educazione informatica. David J Malan e Colton Ogden, istruttori del corso gratuito di informatica di Harvard, hanno detto al Guardian che Pong è usato ancora oggi per insegnare ai principianti a programmare. «Implementarlo è un rito di passaggio. (…) Gli studenti traggono soddisfazione dalla possibilità di far funzionare una cosa semplice e completa come Pong da soli».
Conclusione: Una Pallina che Cambiò il Mondo
La storia di come Pong salvò Atari dalla bancarotta è molto più di una semplice cronaca aziendale. È il racconto di come l’innovazione, la semplicità e un pizzico di fortuna possano trasformare un’idea semplice in una rivoluzione industriale.
Quella piccola pallina bianca che rimbalzava su uno schermo nero non solo salvò un’azienda in difficoltà, ma diede vita a un’industria che oggi vale centinaia di miliardi di dollari. Pong dimostrò che i videogiochi potevano essere più di semplici curiosità tecnologiche: potevano diventare un nuovo medium di intrattenimento di massa.
La leggenda del contenitore del latte pieno di monete all’Andy Capp’s Tavern rimane uno dei momenti fondativi dell’industria videoludica, un simbolo di come l’innovazione possa nascere nei luoghi più inaspettati e salvare il futuro di un’intera industria.
Senza Pong, probabilmente non avremmo avuto l’Atari 2600, né PlayStation, né Xbox, né Nintendo. La storia nascosta di come un semplice gioco di ping-pong elettronico salvò Atari dalla bancarotta è, in realtà, la storia di come nacque il mondo dei videogiochi che conosciamo oggi.