statistiche accessi

Il primo sito web in Italia su videogame, anime, manga e collezionismo.

| HOT TRENDS

Commodore Amiga 1200: la storia completa di un'icona del retrogaming
I Migliori Videogiochi di Basket della Storia: I Capolavori del Gaming Sportivo
I Migliori RPG Occidentali della Storia: Un Viaggio nel Cuore del Gaming
Alundra: Il Capolavoro di PlayStation che Ridefinì l'Action RPG
I Migliori Videogiochi di Golf della Storia: Un Viaggio nel Retrogaming dalla Sala Giochi al Salotto
I Migliori Platform Arcade: Gemme Dimenticate dell'Era d'Oro

Commodore Amiga 1200: la storia completa di un’icona del retrogaming

Tra i computer che hanno lasciato un segno negli anni ’90, l’Amiga 1200 occupa un posto speciale nel cuore di chiunque abbia vissuto quell’epoca. Fu l’ultima, grande scommessa di Commodore nel mercato domestico: un progetto ambizioso che cercava di mantenere viva la spinta innovativa che aveva reso leggendaria la famiglia Amiga.

Il debutto di una leggenda

Il 21 ottobre 1992 Commodore International presentò l’Amiga 1200, venduto a 399 sterline in Gran Bretagna e 599 dollari negli Stati Uniti. Il momento era delicatissimo: i PC IBM-compatibili stavano diventando lo standard e le console a 16 bit dominavano la scena videoludica.

L’A1200 si proponeva come erede naturale dei modelli A500 e A600. Conservava il design monoblocco con tastiera e floppy integrati, ma al suo interno era stato completamente ripensato. Non si trattava di un semplice aggiornamento, bensì di un computer a 32 bit pensato per il grande pubblico.

Un concentrato di tecnologia

Sotto la scocca bianca dell’Amiga 1200 lavorava un processore Motorola 68EC020 a 14 MHz. La versione “EC”, più economica, limitava il bus a 24 bit invece che 32: una scelta che abbassava i costi, ma che nel tempo ne avrebbe ridotto le potenzialità. Di serie offriva 2 MB di Chip RAM condivisa tra CPU e chipset: oggi possono sembrare pochi, ma allora erano un passo avanti rispetto ai modelli precedenti.

Il vero cuore del sistema era il chipset AGA (Advanced Graphics Architecture), capace di mostrare fino a 256 colori contemporanei su una palette di 16,8 milioni. Per chi veniva dai 32 colori dell’Amiga 500, l’impatto visivo era notevole. L’audio stereo a 8 bit raggiungeva i 28 kHz con una qualità più che convincente, vicina ai 16 bit.

Sul fronte connettività, l’A1200 introduceva una porta PCMCIA, un controller IDE e uno slot di espansione. Poteva ospitare hard disk interni da 2,5 pollici, quasi indispensabili visto che l’AmigaOS 3.0 occupava cinque dischetti.

Una macchina che cresceva con te

Una delle grandi qualità dell’Amiga 1200 era la possibilità di espansione. Con apposite schede si potevano installare processori più potenti – dal 68030 fino al 68060 – e coprocessori matematici. Con queste aggiunte, l’A1200 poteva rivaleggiare con l’Amiga 4000 trasformandosi in una workstation completa.

Questa modularità ha garantito lunga vita al sistema, con una community che ancora oggi sviluppa hardware e software dedicati.

Il parco giochi dell’AGA

Circa 500 giochi supportavano il chipset AGA. Alcuni erano rivisitazioni di classici con grafica migliorata, altri furono pensati appositamente per il nuovo hardware.

Titoli come James Pond 2: RoboCod e Zool sfruttavano palette più ricche e animazioni più fluide. Strategie come Lords of the Realm o RPG come Ishar 2 guadagnavano mappe dettagliate e sprite meglio definiti. Anche produzioni con licenza, come Disney’s Aladdin (1994), mostrarono finalmente ambientazioni colorate e animate con fedeltà al film.

Le simulazioni trovarono terreno fertile: Theme Park di Bullfrog e Sid Meier’s Colonization portarono su Amiga un livello grafico finalmente paragonabile alle versioni MS-DOS.

Una stagione travagliata

Nonostante i progressi tecnici, l’A1200 non riuscì mai a replicare la popolarità dell’Amiga 500. Le vendite iniziali furono discrete, ma lontane dai numeri delle console. Nel 1993 Commodore tentò la carta delle console con l’Amiga CD32, sostanzialmente un A1200 con lettore CD e senza tastiera.

Ma la situazione finanziaria peggiorava. Nel 1994, dopo anni di cattiva gestione, Commodore dichiarò bancarotta. Tra il 1992 e il fallimento, furono venduti quasi un milione di A1200: un traguardo rispettabile, ma ben lontano dal successo del Commodore 64.

Il tentativo di rilancio

Nel 1995 la tedesca Escom acquistò i diritti della piattaforma Amiga e, tramite Amiga Technologies, riportò l’A1200 sul mercato. Il nuovo modello era quasi identico all’originale, con lievi modifiche al firmware e un floppy derivato dai PC.

Quest’ultimo creò incompatibilità con alcuni giochi protetti da sistemi antipirateria, ma il problema principale fu un altro: il prezzo. L’A1200 Escom costava più del modello Commodore di due anni prima, allontanando molti potenziali acquirenti. La produzione continuò a fatica fino al 1996.

Perché arrivò tardi

Col senno di poi, è facile capire gli ostacoli. Il processore a 14 MHz bastava per i giochi 2D, ma non reggeva il confronto con titoli 3D come Doom. Il chipset AGA, pur migliorato, restava legato a un’architettura pensata per il 2D, mentre il mercato virava decisamente verso la grafica tridimensionale.

Lo sviluppo dell’AGA era durato così a lungo che, al momento del lancio, era già vecchio: le schede grafiche per PC offrivano risoluzioni più alte e le schede audio superavano la qualità sonora dell’Amiga. Commodore aveva perso il vantaggio competitivo.

Un’eredità che resiste

Nonostante il tempo, l’Amiga 1200 continua a vivere grazie a una comunità appassionata. Piccoli produttori realizzano ancora oggi espansioni: acceleratori oltre i 100 MHz, RAM fino a 128 MB, lettori CD, USB e adattatori moderni.

Molti utenti hanno trasformato i loro A1200 in “tower” per ospitare più hardware, creando vere e proprie workstation. L’ultima versione ufficiale del sistema operativo, AmigaOS 4.0 del 2004, resta una testimonianza concreta della vitalità della piattaforma.

Gli emulatori, come WinUAE, permettono di riscoprire l’esperienza Amiga anche senza possedere l’hardware originale, mantenendo viva la memoria di una macchina che aveva anticipato funzioni oggi comuni: multitasking, interfacce grafiche evolute e capacità multimediali integrate.

Un capitolo incompiuto

L’Amiga 1200 resta un grande “e se” della storia informatica. Se fosse arrivato un paio d’anni prima, se Commodore avesse puntato di più sul marketing e capito meglio il cambiamento del mercato, la storia avrebbe potuto prendere un’altra piega.

Eppure, anche senza diventare un fenomeno di massa, ha lasciato un segno profondo. Era un computer potente e versatile, capace di essere allo stesso tempo strumento di lavoro, centro creativo e console da gioco. Ha ispirato sviluppatori, artisti e musicisti che in seguito hanno contribuito all’evoluzione tecnologica.

Per chi lo ha posseduto, l’Amiga 1200 non è solo una macchina, ma il ricordo di un’epoca in cui i computer avevano un’anima, ciascuno con la sua personalità. Era l’ultima incarnazione di una filosofia che metteva al centro creatività e multimedialità, molto prima che diventassero lo standard.

Oggi, tra smartphone e PC sempre più potenti, l’Amiga 1200 ci ricorda che l’innovazione non si misura solo in megahertz e gigabyte, ma nella capacità di immaginare il futuro. Ed è questa la sua lezione più attuale.


Specifiche tecniche principali:

  • Processore: Motorola 68EC020 a 14 MHz

  • RAM: 2 MB Chip RAM (espandibile fino a 8 MB Fast RAM via slot)

  • ROM: 512 KB

  • Chipset: AGA (Advanced Graphics Architecture)

  • Grafica: fino a 256 colori su schermo da una palette di 16,8 milioni

  • Risoluzione massima: 1280×720 pixel (VGA)

  • Audio: stereo 8 bit fino a 28 kHz

  • Storage: floppy da 3,5″ integrato, slot per HD da 2,5″

  • Sistema operativo: AmigaOS 3.0 con Kickstart 3.0

  • Prezzo di lancio: 399 sterline (UK) / 599 dollari (USA)

  • Periodo di commercializzazione: 1992-1996

I commenti del pubblico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi l'articolo sui social

Scelti da Insertcoin

Crash Bandicoot 4 in uscita a ottobre
Metroid Prime 4: uscirà mai?
Retroarch arriva su Steam

Resta sempre aggiornato!