Se serviva una dimostrazione di quanto il Super Nintendo fosse avanti rispetto alla concorrenza, arrivò alla fine della vita commerciale di questa console con il clamoroso adattamento di Doom. Ai tempi, si parla di metà anni ’90, c’era gente che comprava un nuovo PC solo per far girare al massimo questo sparatutto quindi vederlo su una “misera” console era perlomeno sorprendente.
Certo: rispetto all’originale visto su personal computer c’erano stati parecchi tagli soprattutto in termini di realizzazione e dettaglio. Oltre ad avere una fluidità ridotta, mancavano i rivestimenti su pavimento e soffitto e molti effetti speciali legati alle armi. Gli stessi nemici erano, a loro volta, ridotti in termini di animazioni e dettaglio tanto da risultare spesso troppo confusi.
D’altro canto, i livelli vantavano zone aggiuntive rispetto all’originale e il tutto funzionava comunque senza problemi tanto da avere perfino il gioco in rete (in USA, tramite il rarissimo modem per Super Nintendo). L’impegno della casa di produzione Williams si vede anche da questi particolari, oltre che dall’uso del chip aggiuntivo SuperFX 2.
Oggi fa sorridere ma, nel lontano 1995, Doom visto in azione su Super Nintendo faceva una discreta impressione. Merito della violenza gratuita, della spettacolarità nell’azione e della giocabilità davvero intramontabile (ancora oggi escono modifiche per l’originale su PC). Se pensiamo che non c’era quasi concorrenza nel genere, perché gli sparatutto erano appena nati, ecco spiegato l’impatto avuto da questo gioco.
Come tanti altri titoli usciti a cavallo tra una generazione di console e l’altra, ai tempi esordiva la prima PlayStation, anche Doom resta un esperimento quasi fine a sé stesso. Gran parte degli appassionati lo giocava su PC, oppure lo avrebbe giocato più tardi su sistemi molto più dotati in termini hardware. In ogni caso, sta lì ancora oggi a dimostrare di cos’era capace la piccola scatoletta di plastica firmata Nintendo.