Non è morto ciò che in eterno può aspettare
Eternal Darkness esce nel 2002 per GameCube e si afferma come uno dei migliori survival horror della storia, un titolo mai replicato e inspiegabilmente privo di port e remake, nonostante si vociferi un rinnovo delle licenze da parte di Nintendo, forse per Switch.
Eternal Darkness racconta una storia di ispirazione Lovecraftiana e legata ai racconti più cupi di Poe, lo stile narrativo è estremamente letterario e fonde testi e scene cinematografiche in maniera magistrale. La peculiarità del gioco è quella di farci vivere le vicende dal punto di vista di svariati personaggi in diverse epoche storiche, personaggi legati allo stesso profondo male che minaccia di distruggere l’umanità intera.
Tenebre eterne
Ecco che partendo dal suicidio del nonno della nostra protagonista, vivremo gli eventi che partono dalla riscoperta di un antico Dio, all’epoca dei romani fino al giorno d’oggi, passando di corpo in corpo e scoprendo i tragici destini dei vari personaggi. Eternal Darkness è un’opera unica nel suo genere che si può avvicinare come caratteristiche narrative solo ai lavori di Quantic Dream. Un survival horror fortemente improntato alla narrativa che ci propone una storia affascinante, dialoghi credibili e personaggi indimenticabili. Un titolo di livello che si gioca bene anche oggi nonostante delle meccaniche leggermente macchinose.
Storia, grafica e sonoro eccellono e continuano a farlo anche ai giorni nostri.
Un caposaldo del genere
Viene da chiedersi perché Nintendo non si sia più spinta in una direzione del genere, proponendo qualcosa di maturo e profondo come raramente è stato fatto durante la lunga storia del mondo dei videogiochi.
Che dire, recuperate questo Eternal Darkness e giocatelo assolutamente, almeno che non temiate le tenebre e non siate troppo suscettibili ai titoli dell’orrore, perché gli anni sono passati, ma l’inquietudine e l’orrore cosmico creati da questo gioco no.