Gods partiva benissimo già dalla scatola, con una splendida illustrazione dell’artista britannico Simon Beasley che è diventata l’emblema stesso del gioco. Lo stesso disegno era una costante delle riviste specializzate a inizio anni ’90, a confermare quanto fosse azzeccato. Ma neanche il gioco scherzava affatto, visto che è tuttora considerato una pietra miliare del genere action game.
All’apparenza simile ai soliti platform game, sfruttava l’ambientazione mitologica e il design inconfondibile dei Bitmap Brothers per creare un mix visto di rado a quei tempi. Oltre agli elementi tradizionali della categoria, come salti e bonus, c’era tutto un substrato strategico e piccoli enigmi da risolvere, raccogliendo appositi oggetti. L’azione era sempre l’elemento chiave, insieme a una difficoltà che definire “esagerata” è poco.
Proprio attorno alla difficoltà, ruotava il particolare sistema di protezioni di Gods: nelle versioni piratate (un classico del periodo) si poteva arrivare solo a un unico boss, che risultava imbattibile. Tutto questo ebbe come conseguenza che Gods si fece la fama di gioco impossibile da finire, con una difficoltà regolata male. Non era esattamente così, benché rimanga uno dei titoli più impegnativi nel suo genere.
L’aspetto migliore resta, ancora oggi, la realizzazione tecnica che gli fece guadagnare svariati adattamenti anche su console. La maestria dei Bitmap Brothers con i computer a 16 bit si notava immediatamente nel dettaglio di personaggi e fondali, nonché nel design particolarissimo delle ambientazioni. All’epoca della sua prima uscita, eravamo nel 1991, non c’era quasi nulla di simile sulla piazza.
Un altro elemento degno di nota, avveniristico per l’epoca, era il sistema di intelligenza artificiale dei nemici che costringeva a usare più strategia rispetto ai classici platform/shooter. Gli avversari, infatti, erano in grado di “imparare” il nostro stile di gioco e regolarsi di conseguenza, cercando a loro volta di sopravvivere. Pazzesco che qualcosa di simile esistesse già allora, se pensiamo a quanti giochi moderni sono pieni di avversari totalmente idioti.