Goonies II sembrava il seguito del film uscito a metà degli anni ’80 e sceneggiato da Steven Spielberg, ma in realtà seguiva a ruota un platform game semisconosciuto firmato dalla stessa Konami. Questioni cronologiche a parte, l’ambientazione delle pellicola e lo stesso cast tornavano in un gioco che univa due generi completamente diversi. Si trattava dei platform game e delle avventure in soggettiva.
Lo faceva in modo veramente molto azzeccato: l’azione a piattaforme era inquadrata lateralmente e seguiva gli schemi classici del genere, mentre l’esplorazione negli interni passava in prima persona. Com’è naturale, trovandoci a fine anni ’80, si trattava di semplici schermate fisse ma il cambio di prospettiva e le influenze dai giochi di ruolo arricchivano l’intera esperienza.
L’obiettivo del gioco era salvare gli amici di Mikey, il protagonista, fatti prigionieri dalla famiglia Fratelli ovviamente italiana e inevitabilmente dedita alla malavita (come da luogo comune). Per riuscirci, dovevamo esplorare in lungo e in largo, ma soprattutto liberamente, grandi scenari ripieni di enigmi e pericoli. Soprattutto, bisognava analizzare a fondo la parte adventure usando oggetti, parlando con gli altri personaggi e così via.
Il tutto risultava particolarmente complicato in Italia, a causa della mancata localizzazione. Ai tempi, la totalità dei giochi era solo in inglese e l’alto numero di testi presente in Goonies II ne frenò parecchio la diffusione. Chi non aveva problemi con l’inglese, scopriva molto presto un ottimo gioco ricco sia di azione che di profondità e colpi di scena. Ogni porta poteva nascondere nuovi ambienti da perlustrare o qualche oggetto importante per l’avventura.
Come il film, anche Goonies II ha goduto di un successo molto breve, per quanto i giudizi di allora fossero in gran parte positivi. Soprattutto per il modo in cui gli sviluppatori avevano collegato due stili di gioco totalmente diversi, facendoli funzionare entrambi. Di fatto, ancora oggi è uno dei giochi più originali visti su NES, malgrado si trattasse in realtà di un seguito.