Nel 1987, un piccolo studio tedesco decise di sfidare la Nintendo sul suo stesso terreno. Nacque così The Great Giana Sisters, un platform ispirato a Super Mario Bros ma sviluppato per Commodore 64: un gioco che, tra imitazione e innovazione, sarebbe diventato uno dei casi più affascinanti della storia del videogioco europeo. Nonostante le minacce legali e il ritiro dal mercato, è oggi considerato un cult intramontabile.
La nascita di un classico proibito
The Great Giana Sisters fu sviluppato nel 1987 da Time Warp Productions e pubblicato da Rainbow Arts. Alla versione per Commodore 64 lavorarono Armin Gessert e Manfred Trenz, con musiche firmate da Chris Hülsbeck. L’obiettivo era chiaro e audace: portare l’esperienza di Super Mario Bros sugli home computer europei, in un periodo in cui il NES non aveva ancora conquistato il Vecchio Continente.
Le protagoniste, Giana e Maria, sono la controparte femminile dei celebri fratelli idraulici. Il nome “Giana”, curiosamente, deriva da un errore tipografico: nella grafica promozionale una “n” di “Gianna” venne eliminata per sbaglio, ma il refuso rimase e divenne definitivo.
Un gameplay che va oltre la copia
Ridurre The Great Giana Sisters a un semplice clone di Super Mario Bros sarebbe ingeneroso. L’ispirazione è evidente, certo – dai nemici che ricordano i Goomba al fungo che potenzia la protagonista – ma il gioco sviluppa presto una propria personalità e un ritmo unico.
Il giocatore affronta 32 livelli a scorrimento orizzontale, con un tempo limite per ciascuno, cercando di evitare baratri e nemici e raccogliendo gemme che ogni 100 unità garantiscono una vita extra. La struttura è familiare, ma il cuore del gameplay risiede nei numerosi power-up: dal fungo che trasforma Giana in una punk capace di rompere i blocchi, al fulmine che consente di sparare proiettili, fino al frutto che fa inseguire i nemici dai colpi. Ci sono poi bonus come la goccia d’acqua che rende immuni al fuoco, la sveglia che ferma il tempo o il lecca-lecca che regala una vita aggiuntiva. Un sistema vario e sorprendentemente moderno per l’epoca.
Un capolavoro tecnico del C64
Dal punto di vista tecnico, The Great Giana Sisters rappresenta uno dei vertici del Commodore 64. Gli sprite sono vivaci e ben animati, il controllo con il joystick risponde in modo preciso e il ritmo di gioco è più serrato rispetto a quello di Super Mario Bros. Ogni livello scorre solo verso sinistra, una scelta che permise di ottimizzare le limitate risorse del C64, senza sacrificare la fluidità.
Le movenze agili di Giana, i salti morbidi e il controllo immediato rendono l’esperienza piacevole e reattiva, confermando la cura del team nello sfruttare ogni byte disponibile.
La colonna sonora che fece scuola
Un elemento fondamentale del successo di Giana Sisters è la musica di Chris Hülsbeck. Nato a Kassel nel 1968, il compositore tedesco era già noto nel mondo del Commodore 64 grazie al brano Shades, vincitore di un concorso organizzato dalla rivista 64’er.
Le sue melodie per The Great Giana Sisters sono diventate leggendarie: orecchiabili, energiche e perfettamente in sintonia con l’atmosfera del gioco. Ancora oggi vengono eseguite in concerti dedicati alla musica videoludica. Nel 2008, la sua colonna sonora fu protagonista del concerto Symphonic Shades, eseguito dalla WDR Radio Orchestra sotto la direzione di Arnie Roth, confermando l’impatto duraturo di quelle note a 8 bit.
La sfida con Nintendo
Il mito di Giana Sisters è inseparabile dalla sua controversia legale. I primi livelli erano così simili a quelli di Super Mario Bros che Nintendo minacciò azioni legali contro Rainbow Arts. Secondo la rivista Zzap!, un dirigente Nintendo vide il gioco durante una fiera e ordinò immediatamente il blocco della distribuzione.
Il titolo rimase in vendita in Germania per circa otto mesi e arrivò nel Regno Unito solo per un breve periodo prima del ritiro definitivo. Tuttavia, la decisione arrivò troppo tardi: le copie già vendute si erano diffuse in tutta Europa, spesso duplicate grazie alla vivace scena pirata del Commodore 64. La versione per ZX Spectrum, invece, non fu mai pubblicata nonostante fosse già pronta e recensita.
Un successo nato dal divieto
Il paradosso è che il divieto non fece che accrescere la fama del gioco. La difficoltà di reperirlo lo rese ancora più desiderato e, grazie alla circolazione non ufficiale, The Great Giana Sisters divenne uno dei titoli più popolari dell’intera piattaforma.
Le recensioni dell’epoca furono entusiaste: la rivista Zzap! gli assegnò una “medaglia d’oro”, e molti giocatori lo ricordano ancora come uno dei migliori platform mai realizzati per C64, capace di competere con i giochi per console dell’epoca.
Un sogno dal sapore europeo
Anche dal punto di vista narrativo, Giana Sisters si distingue da Mario. Giana, con il suo passaggio da ragazzina a punk ribelle, incarna un’energia adolescenziale tutta europea, in contrasto con la fiaba classica del salvataggio della principessa.
La trama è semplice ma efficace: Giana, una bambina di Milano, si addormenta e finisce in un mondo onirico pieno di creature bizzarre. Solo trovando un enorme cristallo potrà tornare a casa, aiutata dalla sorella Maria che condivide lo stesso sogno.
L’eredità e i ritorni
Nonostante la rimozione dal mercato, The Great Giana Sisters continuò a vivere grazie alla community. Gli editor di livelli come il Giana Sisters Construction Kit diedero vita a decine di versioni modificate, mantenendo viva la leggenda.
Nel 2009 arrivò Giana Sisters DS per Nintendo DS, sviluppato da Bitfield e pubblicato da DTP Entertainment: un ritorno ironico, proprio sulla console della stessa azienda che anni prima ne aveva bloccato la distribuzione.
Nel 2012 fu la volta di Giana Sisters: Twisted Dreams, realizzato da Black Forest Games, un remake moderno che reinterpretava l’originale con grafica 3D e meccaniche rinnovate, permettendo di alternare le due personalità di Giana, ognuna con abilità uniche.
Il team e la loro eredità creativa
Il progetto lanciò le carriere dei suoi autori. Manfred Trenz, autodidatta e appassionato di programmazione, divenne in seguito autore di titoli storici come Katakis e Turrican, considerato uno dei più grandi programmatori tedeschi dell’epoca.
Chris Hülsbeck, invece, continuò a firmare colonne sonore per oltre settanta giochi e sviluppò il celebre sistema musicale TFMX – The Final Musicsystem eXtended, usato su Amiga.
Perché Giana Sisters conta ancora oggi
A quasi quarant’anni dall’uscita, The Great Giana Sisters resta una pietra miliare. Non solo per il suo fascino retro, ma perché rappresenta il momento in cui l’Europa decise di confrontarsi apertamente con i giganti giapponesi, armata di creatività e coraggio.
Per i giocatori dell’epoca, Giana era il “nostro” Mario: quello che potevamo caricare su nastro o floppy, condividendo copie tra amici e leggendo le recensioni delle riviste che presto sarebbero diventate documenti di un’era scomparsa.
Per i nuovi appassionati di retrogaming, è un’opera che racconta un periodo pionieristico, quando l’entusiasmo contava più delle regole e bastava un piccolo team tedesco per mettere in crisi un colosso come Nintendo.
Conclusione
The Great Giana Sisters è il gioco che non avrebbe dovuto esistere, e proprio per questo è rimasto nella memoria collettiva. Nato come imitazione, divenne un simbolo di indipendenza creativa; ritirato dal mercato, divenne leggenda.
Rigiocarlo oggi significa riscoprire un pezzo di storia del videogioco europeo: un platform curato, una colonna sonora memorabile e un atto di ribellione contro le regole del mercato. Le sorelle Giana non sono solo l’eco di Mario e Luigi: sono l’espressione di un’epoca in cui tutto sembrava possibile, anche sfidare i giganti.
E per questo, meritano ancora di essere ricordate.