Benché siano nati su PC, gli sparatutto in soggettiva hanno compiuto grossi passi in avanti grazie alle console. Goldeneye per Nintendo 64 è stato il primo esempio e il secondo è arrivato poco dopo su PlayStation con Medal of Honor. Eravamo nel 1999 e la popolarità del film Salvate il Soldato Ryan restava altissima, tanto da convincere Steven Spielberg a produrre un videogioco sulla Seconda Guerra Mondiale.
Si trattava di un classico shooter in soggettiva ma con l’enorme differenza dell’impronta cinematografica. Oggi è lo stile più di moda nel genere FPS, ma ai tempi fu una mezza rivoluzione. Medal of Honor era in pratica un “film interattivo” ripieno di atmosfera e musiche da cinema, colpi di scena e coinvolgimento. Considerati i limiti della prima PlayStation, e una grafica non certo all’avanguardia, raggiunse traguardi del tutto inattesi.
Ogni missione era quasi un remake dei più famosi film di guerra visti sul grande schermo. C’erano il salvataggio di commilitoni, i combattimenti per le strade e la distruzione di obiettivi strategici. Il tutto, con immagni d’epoca e un accompagnamento musicale che ancora oggi sorprende per la sua qualità. Ma anche nel gameplay, a parte la forte linearità delle missioni, aveva parecchio da dire.
Il maggior pregio stava sicuramente nei controlli, ben funzionanti su joypad quando engli sparatutto si usavano solo mouse e tastiera. Era l’epoca dello “sparatutto solo per PC” e le console faticavano parecchio in questo settore. Medal of Honor dimostrò il contrario risultando sempre giocabile, anche nelle fasi più caotiche. Gli unici difetti, oltre alla grafica appena discreta, erano gli stessi che troviamo ancora oggi in molti titoli simili.
Ogni livello era in pratica un unico sentiero dritto fino alla fine, con i nemici a fare da comparse e spesso generati all’infinito. Visto una volta, raramente si ripeteva l’esperienza anche se il multiplayer allungava leggermente la durata complessiva. Soltanto in locale via schermo diviso, fu comunque molto apprezzato. Il resto lo sapete già: arrivarono i seguiti a ripetizione, finché la serie non venne interrotta per un semplice motivo: il successo del rivale Call of Duty.