Psichedelia portami via
Uscito nel 1996, Pandemonium si propone come un platform dalle fattezze tutte particolari, caratterizzato da uno stile assolutamente psichedelico e da un cast di personaggi sopra le righe. Il gioco si muove all’interno di un sistema di 2.5 dimensioni, creando mondi in pseudo 3d che rispettano comunque lo stile dei classici platform 2d. Ci troviamo di fronte a un vero e proprio Super Mario in acido, in certi casi anche troppo, tanto da far risultare troppo caotico e veloce il movimento di gioco, stessa cosa vale per i comandi, leggermente frustranti che tendono inutilmente alla difficoltà in alcune fasi inutili, per esempio nel semplice salto da una piattaforma all’altra senza rischio alcuno.
Una visione pazza delle piattaforme
Pandemonium è comunque un titolo cult, un gioco capace di divertire ed esaltare grazie anche alle sue ambientazioni fuori di testa, allo stile coloratissimo e alla follia generale che si respira durante le fasi di gioco. La storia ci vede alle prese con la protagonista che libera accidentalmente un terribile incantesimo facendo sostanzialmente divorare tutto il suo villaggio da un demone, eccola quindi in una folle corsa alla ricerca dell’albero dei desideri, in compagnia del suo amico giullare, personaggio caratteristico del titolo che sarà possibile utilizzare in alternativa alla protagonista.
Più bello ieri che oggi, ma comunque valido
Pandemonium era più bello ai tempi dell’uscita, grazie al suo stile, alla sua grafica e al suo scostarsi dai canoni del genere, non che oggi sia brutto, sicuramente però meccanica e impatto visivo invecchiano male, facendolo diventare praticamente un prodotto per nostalgici e curiosi del retrogaming. Non un gioco imprescindibile quindi, a meno che non via lasciate conquistare dallo stile sopra le righe e dal design acidissimo di tuttala produzione. Un gioco del glorioso passato a cui ci sentiamo comunque di porre i nostri omaggi.