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Power Drift – Arcade

Power Drift è la dimostrazione che anche i migliori, ogni tanto, fanno fatica. Creato dalle sezioni AM2 già celebri grazie a Out Run e After Burner, era un gioco di guida molto spartano e abbastanza noioso, fuori dal suo cabinato. Venne progettato, infatti, per sfruttare le oscillazioni laterali del coin-op in versione deluxe (che vedete poco sotto). Peccato che la maggior parte dei locali avessero l’edizione standard con il solo volante.

Power DriftSenza i sussulti continui del cabinato, Power Drift mostrava subito tutti i suoi limiti. Era una serie di gare su fuoristrada attraverso percorsi ricchi di saliscendi, presentati zoomando di continuo elementi grafici 2D. L’impressione di velocità era ottima, ma la confusione generale troppo elevata. Le strade strette rispetto ai veicoli, i piccoli urti che fermavano il mezzo…c’erano molti elementi pensati male o non abbastanza collaudati.

La grafica si faceva notare, malgrado una definizione molto bassa, per il design simile ai fumetti americani (nonostante arrivasse dal Giappone). Ogni pilota era un personaggio rappresentto in cima allo schermo e sempre impegnato in espressioni buffe o provocatorie, secondo l’andamento della gara. Addirittura, nella sequenza pre-gioco venivano presentati singolarmente quelli più carismatici.

Power DriftL’aspetto migliore si trovava nell’audio, con musiche ancora oggi molto orecchiabili e perfettamente in tema con le competizioni. Ma era solo un dettaglio, che non influenzava minimamente la giocabilità fatta di accelerate, frenate e tanta fortuna. In Power Drift, l’imprevisto era una costante dato che risultava difficile capire cosa c’era su schermo. Troppi veicoli, ostacoli e variazioni nel tracciato arrivavano uno dietro l’altro senza preavviso.

Il titolo firmato Sega aveva dalla sua alcuni elementi innovativi per il 1988 come la visuale posteriore selezionabile in gara, ben prima che arrivasse il 3D. Ma la grafica spesso confusa e il gameplay troppo caotico lo fecero sparire rapidamente dalle sale giochi. Tant’è che viene ricordato più per l’ottima conversione su Commodore 64 che in versione arcade.

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