La casa splatter
Splatterhouse 3 esce nel 1993 per Sega Mega Drive, eccoci tornare nei panni di Rick e della sua maschera azteca capace di trasformarlo in una creatura mostruosa e oscura. Questa volta un demone misterioso ha rapito nostro figlio con l’intenzione di eseguire un rituale capace di fargli dominare il mondo, ci ritroviamo così all’interno dell’enorme casa alla ricerca di nostra moglie e nostro figlio. E’ questo il pretesto per menare le mani utilizzando il nostro nerboruto mezzo mostro e massacrando in maniera splatter centinaia di mostriciattoli e orribili boss di fine area.
Questa volta il gioco permette di muoversi in più dimensioni, scegliendo di fatto un gameplay da picchiaduro a scorrimento classico, rispetto al 2d dei precedenti episodi. Dovremo inoltre destreggiarci all’interno del maniero di gioco consultando la mappa e muovendoci di stanza in stanza.
Botte mostruose
Splatterhouse 3 è divertente e violento al punto giusto, il design dei personaggi e dei mostri è accattivante e anche la storia riesce a trascinare regalando non pochi colpi di scena e momenti di puro orrore.
Come iterazione definitiva della serie Splatterhouse riesce a innovare a regalare un finale appagante (4 in realtà data la presenza di finali alternativi, anche estremamente cupi). In un mondo a metà strada tra Evil Dead e Venerdì 13, quello che ci troviamo tra le mani è un picchiaduro a scorrimento atipico e originale capace di regalare ore di divertimento e di farci pestare qualcosa di diverso da balordi e teppisti!
Design e idee che reggono una struttura solida
Il gioco è ben strutturato, il feedback dei comandi e del combattimento è piacevole e immediato, belli sono i nemici e divertenti sono le sessioni di lotta. Ci troviamo così alle prese con un titolo che non eccelle ma capace di fare benissimo quello che desidera: offrire una alternativa al classico picchiaduro a scorrimento, rivisitandolo in salsa horror e gore.