Terranigma, l’avventura nella terra cava
Terranigma è un titolo del 95 uscito su consolle Super Nintendo, interessante la mancata commercializzazione negli USA a causa delle tematiche profonde che mischiano la finzione con alcune credenze religiose reali. Già questa natura di “gioco maledetto” ne fa automaticamente un cult da non lasciarsi sfuggire, passiamo però alle qualità del titolo che non mancano assolutamente, rendendolo di fatto uno dei prodotti più interessanti della tarda era Nintendo.
Terranigma può essere scambiato per un clone di Zelda, emergono infatti alcune meccaniche praticamente identiche, basti pensare che a inizio avventura ci ritroviamo a raccogliere e lanciare vasi e un po’ tutto quello che ci troviamo intorno, senza dimenticare le sospette galline che si aggirano per il villaggio iniziale. Questo paragone però non deve far storcere il naso, Terranigma infatti ha personalità da vendere.
L’avventura di Ark
Nel titolo impersoneremo Ark, un giovane ragazzo che vive nel mondo rovesciato all’interno della terra (la nostra terra) cava. Il ragazzo è un gran pasticcione e finisce per aprire il vaso di Pandora e dare inizio a una incredibile avventura tra magia e telepatia che lo porterà alla scoperta dei segreti del mondo e a partecipare a una eterna lotta tra bene e male che sembra aleggiare sulla sua esistenza.
I rimandi al mondo reale e alla religione toccano i livelli di uno Shin Megami Tensei, con personaggi e nemici ispirati a divinità e credenze mitiche. Il gioco si comporta benissimo sotto il punto di vista visivo e ancora meglio sotto quello del sonoro che regala tracce di rara malinconia e potenza.
Zelda Clone, no grazie
Terranigma è un titolo da giocare e rigiocare, una trama di rara bellezza che meriterebbe di essere ricordata e rielaborata forse sulle piattaforme moderne.
L’era Nintendo ha regalato pietre preziose che difficilmente verranno superate, prodotti che fanno impallidire i giochi moderni e che continua a vivere nel cuore dei videogiocatori.