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The Ninja Warriors – Super Nintendo

Quando la grafica poligonale stava sostituendo i classici sprite e i generi più in voga erano giochi di guida e sparatutto, Taito decise di farsi l’ennesimo autogol pubblicando un picchiaduro a scorrimento. Uscito nel 1994 e sviluppato da Natsume, The Ninja Warriors era il remake di un semisconosciuto action game visto quasi dieci anni prima nelle sale giochi

The Ninja WarriorsClassico in tutti gli aspetti a cominciare dall’inquadratura e dal titolo, era un omaggio a categorie ormai quasi scomparse come i beat’em up. Si trattava, come sempre, di malmenare il prossimo percorrendo livelli a scorrimento laterale, di ambientazione futuristica perché ispirati a serie come Terminator. Anzi: i ninja protagonisti si possono considerare i cugini orientali dello stesso Terminator, essendo dei cyborg.

L’elemento chiave del gioco era proprio la scelta del nostro alter-ego: grosso e lento, piccolo e veloce o “medio” in tutto. Anche qui non c’era niente di nuovo, benché i tre ninja fossero ben caratterizzati nel loro look e nelle animazioni. Tutto il comparto tecnico risultava di primo livello, considerando rallentamenti quasi assenti e un alto numero di personaggi su schermo.

The Ninja WarriorsNemmeno le musiche e gli effetti sonori erano stati tralasciati con una discreta gamma di suoni e tracce ad arricchire l’azione. In pratica, Taito e Natsume avevano cercato di realizzare un coin-op da casa, riuscendoci molto bene sul lato tecnico ma meno in aspetti come la longevità limitata e l’assenza del multiplayer.

Infatti, non si poteva più giocare in due come nel predecessore anni ’80 per motivi legati probabilmente all’elevato numero di oggetti su schermo (e ai limiti della console).

Questo grosso limite, unito alla ripetitività dell’azione, rendeva The Ninja Warriors bello da vedere ma monotono da giocare per molto tempo. Una volta apprezzata la grafica e il sonoro, e vista la maggior parte dei livelli, non c’era granché che spingesse ad andare avanti o rigiocarlo dall’inizio. Da qui la sua rapida scomparsa dalle scene, benché resti un buon gioco e un discreto picchiaduro “vintage” dedicato ai giocatori più nostalgici.

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