Silpheed doveva essere la dimostrazione che, grazie al Mega CD, il Mega Drive avrebbe potuto eclissare il rivale diretto Super Nintendo a inizio anni ’90. Ovviamente non fu così, come ha dimostrato la storia, ma il gioco firmato Game Arts resta una delle prove migliori per la bistrattata periferica CD-ROM. Derivato dall’omonimo titolo per PC uscito quasi dieci anni prima, conservava il gameplay molto classico in stile sparatutto su binari, con una grossa differenza.
Stavolta, grazie allo spazio aggiuntivo offerto dal disco ottico, lo scenario non era fisso ma formato da filmati semi-interattivi con animazioni a tema. Un pianeta che scorreva sotto di noi, battaglie spaziali in pieno svolgimento…Silpheed era sempre uno spettacolo da vedere. Anche da giocare? Dipende.
Chi amava i titoli arcade apprezzò subito il gameplay molto immediato. Altri, la maggioranza, si aspettavano qualcosa di più vista l’attesa creata dalle riviste specializzate nelle loro anteprime.
Graficamente, a parte la bassa definizione, si fa notare ancora oggi come regia dei fondali/filmati e varietà presente nei livelli. Game Arts, studio specializzato nei giochi di ruolo, riuscì a dimostrare che in altri settori poteva dire la sua. Senza dimenticare il sistema di armamento, personalizzabile tra i livelli, e i danni progressivi che erano qualcosa non comune a quei tempi. Mettiamoci le molte frasi campionate e le ottime musiche ed ecco il risultato, simile a un coin-op da salotto.
Peccato che fossimo già nel 1993 e che iniziavano a intravedersi le nuove prospettive offerte dal 3D. Un titolo come questo, che usava i poligoni solo per far scena, sembrava più vicino ai vecchi laser game di inizio anni ’80.
Inoltre, c’era sempre l’enorme ostacolo della periferica aggiuntiva: il Mega CD costava più della console a cui andava collegato. Fatte le doverose precisazioni, basta dare un’occhiata al video qui sotto per capire che Silpheed fosse qualcosa di speciale – peccato che uscì nel momento sbagliato.