The Untouchables era l’adattamento del film Gli Intoccabili uscito due anni prima e resta probabilmente il miglior titolo per Commodore 64 firmato Ocean. Ciò non significa che sia automaticamente un capolavoro, visto che l’eccessiva difficoltà e alcune pessime scelte di progettazione ne frenavano di molto le ambizioni. Tipo l’unica vita disponibile per tutto il gioco, o la necessità di ricominciare ogni sezione sempre da capo.
Sul lato tecnico, il lavoro svolto dal team di programmazione resta impressionante se pensiamo che dopo quasi trent’anni è ancora degno di nota. Personaggi e scenari offrivano un dettaglio e animazioni molto sopra la media del C64, e le musiche a tema per il periodo storico creavano la giusta atmosfera. Nemmeno la varietà dell’azione lasciava a desiderare, visto che si alternavano fasi platform, sparatutto ed esplorative.
Tutte, avevano il problema di essere troppo complesse e frustranti per le prime 20-30 partite fino a quando non avevamo memorizzato tutti i movimenti dei nemici o goduto di qualche colpo di fortuna. Alcune decisioni, e qui si torna al design rivedibile, avevano finito per minare la qualità come i nemici “illimitati” che arrivavano in alcuni livelli. Restava l’ottima grafica, il motivo per cui tutte le riviste lo premiarono al lancio.
In un periodo (la fine degli anni ’80) dove le specifiche hardware erano ancora molto limitate, e il Commodore 64 dava chiari segni di vecchiaia, Ocean sembrava aver fatto il miracolo. The Untouchables era bellissimo da vedere e da sentire, nonché ripieno di tocchi di classe come le pagine di giornale dopo ogni Game Over. Ottima anche la struttura di gioco applicata a certi livelli, tipo quello ambientato nei vicoli in stile shooting gallery.
Ma andare avanti voleva dire ripetere le stesse fasi decine di volte, una pratica comune fino a qualche anno prima ma sempre meno popolare con l’avvento delle console (grazie a password, salvataggi e così via). The Untouchables, ironico parlando di un titolo ambientato nel passato, sembrava una reliquia da questo punto di vista. In pratica con una difficoltà più graduale e meno penalizzazioni sarebbe stato un classico e non “solo” un bel gioco.