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Commodore 128: L’Ultimo Capolavoro a 8 Bit della Storia Informatica

Il Commodore 128 rappresenta uno dei capitoli più affascinanti e al tempo stesso controversi della storia del retrogaming. Prodotto dalla Commodore Business Machines tra il 1985 e il 1989, questo home computer a 8 bit fu l’ultima macchina di questa categoria prodotta dall’azienda canadese, arrivando sul mercato con l’ambizioso obiettivo di ridefinire gli standard dell’informatica domestica.

La Genesi di un Progetto Ambizioso

Dopo che Jack Tramiel lasciò la Commodore agli inizi del 1984, il nuovo gruppo dirigenziale cercava un nuovo prodotto per rimediare al fallimento della serie Commodore 264 e produrre un computer che potesse rimpiazzare il C64. La serie Commodore 264, che comprendeva modelli come il C16 e il Plus/4, aveva infatti rappresentato un insuccesso commerciale, principalmente a causa dell’incompatibilità con il vastissimo parco software del Commodore 64.

Durante l’estate del 1984 il progetto fu avviato e la direzione venne affidata a Bil Herd, che aveva guidato proprio lo sviluppo delle macchine della serie TED. Furono però posti dei vincoli: il computer avrebbe dovuto essere a 8 bit e avrebbe dovuto essere pronto in 5 mesi poiché doveva essere presentato al successivo CES di Las Vegas che si sarebbe tenuto nel gennaio del 1985.

Il computer fu presentato al CES del 5 gennaio 1985 con il nome di Commodore 128, a indicare il quantitativo di RAM installata. Fu presentato anche come modello da ufficio in concorrenza col Macintosh 128K e i PC IBM grazie alla presenza dello Zilog Z80 come seconda CPU.

Caratteristiche Tecniche Rivoluzionarie

Il Commodore 128 si distingueva per una configurazione hardware estremamente innovativa per l’epoca. Il Commodore 128 presentava 2 CPU: il MOS 8502, derivato dal MOS 6510 montato sul C64, e lo Zilog Z80. Operava a 2 MHz e l’utente aveva accesso ai 128 kB di RAM.

Le Due CPU: Un Approccio Innovativo

La presenza di due processori distinti rappresentava una soluzione tecnica audace:

  • MOS 8502: CPU a 2 MHz in modalità 80 colonne oppure a 1 MHz in modalità 40 colonne (oppure anche in modalità C64)
  • Zilog Z80: CPU a 4 MHz per il sistema operativo CP/M+ (anche se, per limiti hardware, la velocità effettiva è come fosse 2MHz)

Il lavoro dello Z80 non si limitava a questo: era questa CPU, infatti, che veniva “risvegliata” per prima all’avvio della macchina e controllava se non fossero inserite delle cartucce C64/C128 nell’apposita porta.

Sistema Video Avanzato

Il comparto grafico del Commodore 128 presentava due chip video distinti:

  • MOS VIC-II: Lo stesso chip del Commodore 64, per garantire la compatibilità
  • MOS VDC: Il nuovo chip MOS VDC offriva una modalità a 640×200 pixel, rappresentando un notevole passo avanti nelle capacità grafiche

Il sistema supportava modalità testo a 40 e 80 colonne, con una palette di 16 colori.

Audio e Memoria

Il sistema audio manteneva le eccellenti caratteristiche del predecessore: audio a 3 canali, offerto dal MOS SID. La dotazione di memoria era impressionante per l’epoca, con 128 kilobytes di RAM disponibili per l’utente.

Le Tre Modalità Operative: “Tre Computer in Uno”

Grazie a queste caratteristiche la Commodore lo presentava come “tre computer in uno” per via delle sue diverse modalità operative:

1. Modalità C128 Nativa

Modalità 128: modalità nativa del computer, che utilizzava il BASIC 7.0 con funzioni grafiche avanzate e supporto per la modalità a 80 colonne.

2. Modalità C64

Garantiva una compatibilità quasi totale con il Commodore 64. In questa modalità l’utente poteva usare solo il Commodore BASIC 2.0 e le 40 colonne. Per accedere a questa modalità era sufficiente premere il tasto Commodore durante l’accensione o digitare il comando GO64.

3. Modalità CP/M

Modalità CP/M: avviando il CP/M grazie allo Z80 il computer poteva lanciare ed eseguire tutto il software scritto per questo sistema operativo. Questa modalità era pensata per l’utilizzo professionale e permetteva l’accesso a un vasto parco di applicazioni business.

Il BASIC 7.0: Un’Evoluzione Significativa

Il BASIC residente del C128, denominato BASIC 7.0 integrava funzioni grafiche avanzate e la possibilità di controllare la parte audio. La schermata di avvio mostra chiaramente il copyright di Microsoft per il linguaggio BASIC.

Tuttavia, lo sviluppo di giochi con grafica in modalità 640×200 era di fatto improponibile e la gestione del chip non supportata dal BASIC nativo convinse gli autori del libro, tramite la loro software house Walrusoft, a creare il BASIC 8.0.

Il Mercato e la Concorrenza

Posizionamento Commerciale

Il Commodore 128 venne commercializzato in Italia con un prezzo d’uscita di 990.000 Lire. Nonostante la pubblicità lo rappresentasse come il terrore degli IBM compatibili o un Macintosh killer, il C128 non ebbe una grande fortuna, né come home computer né come macchina professionale.

Le Ragioni del Mancato Successo

Diversi fattori contribuirono alle difficoltà commerciali del Commodore 128:

  1. Timing del Mercato: La scarsa penetrazione nel mercato fu in parte anche dovuta al fatto che, al momento del lancio, lo standard CP/M cominciava a essere abbandonato commercialmente, in favore dell’MS-DOS
  2. Concorrenza Agguerrita: Apple invade il mercato con nuovi Mac potenziati (1MB RAM, interfaccia SCSI, ecc), Atari (ormai in mano a Tramiel, furioso per essere stato estromesso da Commodore) presenta l’Atari 520ST, e la stessa Commodore crea una sorta di auto-concorrenza con l’acquisizione di Amiga
  3. Carenza di Software Dedicato: Furono sviluppati pochi videogiochi prettamente per il Commodore 128 e questo fu un ulteriore motivo del fallimento delle vendite di questo computer

Il Commodore 128D: L’Evoluzione Desktop

Durante la seconda metà del 1985 fu presentato anche il Commodore 128D (o C128D). Il C128D era sostanzialmente identico al C128 dal punto di vista hardware/software, ma era dotato di un corpo macchina centrale con l’unità floppy Commodore 1571 incorporata e di una tastiera separata, come i PC IBM e il primo Amiga 1000.

Questa versione rappresentava un tentativo di posizionare il sistema nel mercato professionale, con un design più simile ai personal computer dell’epoca.

Software e Applicazioni

Compatibilità con il C64

Uno dei maggiori punti di forza del Commodore 128 era la piena compatibilità con il software del Commodore 64. Quasi sempre, lo stesso software si può eseguire anche su Commodore 128 avviato in modalità 64.

Il Mondo CP/M

Il CP/M può essere considerato l’antenato di MS-DOS ed il suo scopo era quello di stabilire uno standard e facilitare la portabilità del software tra i vari microcomputer. Ebbe massima diffusione tra la fine degli anni ’70 ed i primi anni ’80.

Software Specifico per C128

Esistevano programmi specifici in BASIC 7.0 per il Commodore 128 in modalità nativa, anche se il loro numero rimase sempre limitato rispetto al vasto catalogo del C64.

L’Eredità del Commodore 128

Nonostante il limitato successo commerciale, il Commodore 128 rappresenta un importante capitolo nella storia dell’informatica domestica. Fu l’ultima macchina a 8 bit prodotta dalla Commodore e venne presto abbandonato a causa dell’imminente successo delle macchine a 16 bit e soprattutto della nuova piattaforma Amiga acquistata da Commodore nello stesso 1985.

Il Commodore 128 Oggi: Collezionismo e Emulazione

Valore da Collezione

Il Commodore 128 è oggi molto ricercato dai collezionisti di retrocomputer. Sul mercato dell’usato, i prezzi variano tipicamente tra i 200 e i 400 euro per esemplari funzionanti, con variazioni significative in base alle condizioni e alla completezza dell’equipaggiamento.

Emulazione Moderna

È possibile emulare il Commodore 128 su un comune PC Windows, tramite il VICE. In questo modo, è possibile provare ad avviare programmi e giochi, nonché programmare il retro computer, in maniera semplice e comoda… senza nemmeno possedere il Commodore 128!

Conclusioni: Un Pioniere Incompreso

Il Commodore 128 rimane uno dei progetti più ambiziosi nella storia degli home computer a 8 bit. La sua architettura innovativa, con due CPU e tre modalità operative, lo rendeva tecnicamente superiore a molti competitor dell’epoca. Tuttavia, il timing di mercato sfavorevole, la rapida evoluzione verso i sistemi a 16 bit e alcune scelte progettuali discussibili ne limitarono il successo commerciale.

Oggi, questo computer rappresenta un affascinante esempio di ingegneria informatica degli anni ’80, testimoniando l’ultimo tentativo di Commodore di dominare il mercato degli 8 bit prima dell’avvento dell’era Amiga. Per gli appassionati di retrogaming, il Commodore 128 offre un’esperienza unica: la possibilità di esplorare tre diverse architetture informatiche in una sola macchina, rappresentando un ponte ideale tra il glorioso passato del Commodore 64 e il futuro dei sistemi più avanzati.

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