Ancora violenza
Uscito nel 2003, Postal 2 è il seguito del celebre Postal, uno dei titoli più controversi di sempre.
Abbandonati i toni cupi e crudeli del primo capitolo, Postal 2 si muove più ce altro verso la satira, continuando a scioccare il pubblico ma con una serie di invenzioni che tendono a farci sorridere.
Dimenticate il quit sotto forma di suicidio del primo capitolo e la violenza senza mezzi termini, questa volta, nonostante si arrivi spesso al grottesco, i toni sono più sullo stile cartoon.
Il nostro psicopatico protagonista si troverà così ad affrontare una serie di più o meno normali mansioni all’interno di un mondo aperto che ci chiama ad uccidere con creatività esseri umani così come zombie e creature magiche.
Il tutto avviene in una notevole veste grafica e nella ricerca costante di una violenza che non sempre è gradita.
Postal 2, nonostante si ancora oggi un cult, non riesce a mantenere i propositi del primo capitolo e finisce per forzare troppo le cose.
Il titolo punta a spingere l’acceleratore e a violare in ogni modo il politically correct.
Dopo le prime ore di novità però, il gioco lascia il tempo che trova.
Troppo violento o troppo poco ingegnoso?
Certo la creatività non manca, Postal 2 però finisce per mancare di mordente.
Quella che poteva essere vista come la corsa furiosa di un folle nel primo capitolo prende toni troppo deviati in questo sequel diventando per certi versi fine a se stesso, per altri cadendo nella violenza gratuita senza una gameplay che la giustifichi.
Ancora oggi Postal 2 resta un prodotto controverso, forte di un comparto tecnico notevole, di un open world in stile sandbox, ma debole sotto molti fronti, tanto da renderci non troppo simpatica anche la provocazione che porta.
Un titolo da provare e che potrebbe divertire in molti, così come lasciare perplessi.
Diciamo pure che, al giorno d’oggi non ne sentiamo affatto la mancanza.