Red Zone fa parte dell’ampia categoria di giochi per Mega Drive dall’enorme potenziale, sprecato da un gameplay appena decente. Puntando tutto sulla realizzazione tecnica e su effetti speciali, ai tempi, quasi inediti ha finito per trascurare l’elemento chiave di tutti i videogame: il divertimento.
Eravamo nel 1994 con il Mega Drive avviato sul viale del tramonto ma alcuni sviluppatori che ancora volevano mostrare le loro capacità sulla vecchia console Sega. Tra questi Zyrinx, team danese in arrivo dalla “scena” dei personal computer che scelse di cimentarsi con il genere sparatutto. In modo originale, unendo una fase aerea su elicottero a sezioni a piedi con combattimenti ravvicinati. Praticamente, un multievento come quelli che andavano di moda su Amiga e Commodore 64.
Nemmeno l’ambientazione ci andava per il sottile, visto che dovevamo fermare la minaccia di un conflitto su scala mondiale controllando solo tre soldati e il loro elicottero. La classica trama da film d’azione hollywoodiano, presentata con tanto di filmati compressi su cartuccia, in modo avveniristico per i tempi. Oltre al full motion video, Red Zone offriva giochi prospettici e di zoom che spesso lo rendevano simile a un gioco da sala per quanto il design generale non fosse riuscitissimo.
I pochi colori, l’aspetto rozzo dei personaggi e la scarsa varietà dei fondali ne limitarono l’impatto grafico ma era la giocabilità il vero punto dolente. Difficile ben oltre la frustrazione, non aiutava il giocatore nemmeno nei comandi poco reattivi e nella visuale troppo ravvicinata (soprattutto guidando l’elicottero). I più pazienti potevano trovare una sfida degna dei migliori e parecchia varietà nelle missioni, ma bisognava mettere in conto tanti Game Over e tantissime ripetizioni.
Red Zone non è mai stato un classico né ha mai ottenuto un successo clamoroso, ma resta interessante come esperimento di fine carriera per i giochi su Mega Drive. Da una semplice cartuccia, gli sviluppatori tirarono fuori un titolo degno di uscire su CD, peccato che il gioco in sé soffrisse di pesanti lacune.