Psichedelia e un po’ di noia
Zoom! può essere giustificato dalla sua data di uscita, il 1989; il titolo per Sega Mega Drive ci vede infatti alle prese con un mondo in pseudo 3d, impegnati a collegare delle linee su mappe in stile puzzle. Il titolo è un incrocio tra snake e qualcosa di astruso il cui risultato, al giorno d’oggi risulta parecchio deludente.
Il gioco non è brutto, ma è veramente un giochino, qualcosa in grado di appassionare e divertire nel 1989, ma totalmente incapace di resistere al passare degli anni risultando oggi alla stregua di un sottoprodotto per mobile.
Perché Così duri? Beh, il titolo ha anche delle trovate interessanti ma finisce davvero troppo velocemente per annoiare e demotivare ad andare avanti.
Lo stimolo a proseguire i livelli è sostanzialmente vedere le nuove forme geometriche da colorare, niente che valga quindi il nostro tempo di fronte a una immensità di titoli nuovi e retrò che aspettano solo di essere giocati.
I giochi tanto per fare
L’impressione vera che si evince da Zoom! è quella di un gioco creato solo per spremere un po’ l’utenza. Un titolo sviluppato con il minomo indispensabile senza grossi sforzi artistici che finisce per basarsi quasi esclusivamente su un concept e reiterarlo per tutta la durata dell’avventura.
Sconsigliato quindi praticamente a tutti, salvo nostalgici accaniti in cerca di vecchie emozioni che potrebbero comunque vedersi delusi.
Un gioco davvero sottotono, con poco da dire.
La grafica non è male, nonostante lo stile sia così minimale da risultare difficile fallire anche sotto questo punto di vista.
Un gioco comunque nel complesso brutto, che non merita di essere recuperato, almeno che non siate dei collezionisti in cerca dell’intero parco titoli Sega Mega Drive.
Il nostro avviso è di starne alla larga, le vie del retrograming però sono infinite, e non escludiamo di trovare degli amanti del gioco in grado di perdonare tutte le sue leggerezze.